Con il rinvio a giudizio dell’ex sindaco di Foggia Franco Landella si chiude per sempre un capitolo di consenso e di grande senso di appartenenza nel centrodestra, cominciato per l’ispettore Asl, amato dai quartieri popolari, alla fine degli anni Novanta con l’attraversamento della massima carica politica nell’allora Pdl, quando Landella divenne segretario provinciale battendo nelle segrete stanze la candidatura di Leo Di Gioia. Sempre Landella venne poi scelto come candidato sindaco nel 2014 per poi seguire la parabola finale dell’adesione alla Lega dopo la mancata candidatura della cognata Michaela Di Donna alle regionali del 2020 in Forza Italia.
Con la proroga del commissariamento e i primi atti pesanti davvero gestionali della commissione straordinaria (contratto Amiu e appalto della pubblica illuminazione) del Comune sciolto per mafia, ci saranno ancora molti mesi per costruire carriere e nuove visibilità politiche, ma è indubbio che il centrodestra, nonostante il Governo Meloni e i due parlamentari foggiani meloniani – Giandonato La Salandra e Annamaria Fallucchi – sia oggi alla affannosa ricerca di una figura carismatica che sappia sgomberare ogni ruggine di illegalità e di compromissione e che appaia allo stesso tempo fresca e competente. E soprattutto capace di non disperdere il patrimonio popolare e moderato, che è stato in grado di vincere per due volte contro il centrosinistra e i pentastellati.
Per chiunque voglia candidarsi il passaggio nei Fratelli d’Italia appare obbligato, dal momento che la designazione del candidato/a sindaco/a dovrebbe essere meloniana. Nei partiti del centrodestra, al fianco di chi come nella Lega insegue la grande alleanza di stampo draghiano, c’è chi cerca una Meloni foggiana che non sia troppo legata però alla famiglia Landella-Di Donna.
La scelta femminile a molti stuzzica e potrebbe essere vincente, se nell’altro schieramento non scendesse in campo un nome plebiscitario quale quello di Vladimir Luxuria. Ha forti apprezzamenti trasversali l’ex assessora Anna Paola Giuliani, oggi molto impegnata nel sociale con l’associazione Impronte APS. È la tentazione di molti invece la figura politica della dirigente regionale Silvia Pellegrini.
Nelle professioni si fa il nome di Alessia Di Franza, figlia d’arte dell’ex assessore democristiano Nicola Di Franza e attuale direttrice di Confartigianato nonché consigliera di Giunta in Camera di Commercio.
“Di Franza può far parte del ventaglio e non sfigurerebbe ma potrebbe avere terribili nemici confindustriali. La sua candidatura era una pallida idea di suo padre, ma il suo ruolo di alta dirigente Confartigianato rende le funzioni, anche solo di candidata consigliera, incompatibili. Potrebbe essere molto divisiva anche se si dimettesse”, dice senza mezzi termini un maggiorente della destra.
Si sente candidato in pectore l’avvocato penalista Tonio Ciarambino, in corsa alle scorse Politiche in posizione di servizio al Senato con gli azzurri. Secondo i rumors, il legale avrebbe avuto palesi rassicurazioni dal viceministro Francesco Paolo Sisto. Tutti gli avrebbero assicurato che sarà lui a correre per la poltrona di sindaco di Foggia.
Curiosità, l’ex presidente dell’Ordine degli Avvocati è il legale di Bruno Longo e di Leo Iaccarino. Ci crede anche Raffaele Di Mauro, che sta tessendo la sua rete nel mondo cattolico. (In foto, Ciarambino, Giuliani e Di Mauro)