Il pubblico ministero chiede il rinvio a giudizio di 16 imputati per la costruzione del centro commerciale “GrandApulia” di zona Incoronata a pochi chilometri da Foggia, posto sotto sequestro il 25 novembre 2016 sei giorni prima dell’inaugurazione, che ci fu il 20 dicembre successivo. La struttura fu costruita in parte sul terreno dell’ex zuccherificio Sfir; secondo l’accusa la bonifica dell’area di 70 ettari e i successivi lavori per il mega centro commerciale sono viziati da irregolarità e illeciti; la difesa ribatte che tutto avvenne nel rispetto di leggi e licenze e chiede il proscioglimento degli imputati da tutte le accuse, o che comunque vengano dichiarate prescritte.
Il gup Antonio Sicuranza dopo interventi del pm e dei difensori ha rinviato l’udienza di un mese per la decisione. Dodici i reati contestati dalla Procura a vario titolo per fatti avvenuti da agosto 2009 a dicembre 2016: avvelenamento delle acque (prima che venissero attinte per il consumo); disastro ambientale colposo; lottizzazione abusiva a fini commerciali; gestione di rifiuti speciali non pericolosi; realizzazione di discarica abusiva; truffa alla Regione quantificata in 72 milioni per il mancato pagamento dell’ecotassa; abuso d’ufficio; violazioni delle norme in materia edilizia per il mancato rispetto di vincoli paesaggistici e idrogeologici. Si sono costituiti parte civile il Comune di Foggia e l’associazione Fare ambiente.
I 16 imputati sono 14 persone fisiche e 2 società, queste ultime in base al decreto legislativo 231 del 2001 sulla responsabilità di società, enti e associazioni che prevede sanzioni pecuniarie e/o confische. In attesa di giudizio imprenditori, legali rappresentanti di una mezza dozzina di società, tecnici, direttori dei lavori, dirigenti comunali coinvolti a vario titolo nella bonifica dell’area ex Zuccherificio, nella costruzione del centro commerciale e di strade di collegamento; la “Finsud” proprietaria del centro commerciale, e la “Sfir” titolare dell’ex zuccherificio.
La Procura anche sulla scorta di due consulenze tecniche in materia ambientale e edilizia-urbanistica parla di “omessa bonifica dell’ex sito industriale” (dove sorgeva lo zuccherificio Sfir) “potenzialmente contaminato”; di realizzazione di una discarica abusiva di rifiuti speciali, là dove c’erano le ex vasche di lagunaggio dello stabilimento; di “imponente lottizzazione abusiva a fini edificatori e commerciali a partire dal 2010” per costruire il “GrandApulia”, in quanto nell’iter per il via libera ai lavori mancherebbero valutazione di impatto ambientale considerate le proporzioni della struttura; e che si costruì in zona paesaggistica e sottoposta a vincolo idrogeologico. I difensori dei 16 imputati, a loro volta sulla scorta di consulenze affidate a esperti per ribattere a quelle dei tecnici della Procura, replicano che non ci fu alcun pericolo per la salute di chi lavorò nella zona; che non sussiste il reato ambientale perché suoli e falda non sono affatto contaminati; che demolizione di ex zuccherificio e successiva bonifica avvennero nel rispetto delle norme; che l’ipotizzata lottizzazione abusiva non sussiste, essendo stato rispettato il piano regolatore; che l’iter per il rilascio delle licenze fu lineare e lecito; e che comunque i reati sono prescritti. (fonte gazzetta del mezzogiorno)