30 anni di carcere a Giuseppe Vincenzo La Piccirella, storico boss di San Severo detto “Pinuccio il ragioniere” o “Il professore”. L’uomo, al quale è stata inflitta anche la libertà vigilata per tre anni, è stato condannato nelle scorse ore dal Tribunale di Foggia, prima sezione penale. I giudici hanno accolto la richiesta dell’accusa che pochi giorni fa aveva invocato proprio 30 anni di reclusione per l’imputato.
Si chiude così il processo di primo grado “Ares” dal nome dell’operazione antimafia del 2019 che certificò l’esistenza di una mafia indipendente nella città di San Severo. Undici anni sono stati inflitti, invece, al foggiano Giuseppe Spiritoso alias “Papanonno”, altro nome di peso nella criminalità organizzata di Capitanata. Spiritoso era a processo per droga.
Numerosi i capi di imputazione a carico di La Piccirella, ritenuto dalla Dda di Bari (magistrata Bruna Manganelli) a capo del clan Testa-La Piccirella. Tra i reati contestati l’associazione mafiosa, il traffico di droga, 5 imputazioni di spaccio, duplice tentato omicidio, 3 estorsioni, 4 tentativi di estorsione, gambizzazione, 9 imputazioni di armi, 3 di ricettazione e una di furto. Il boss è rinchiuso nel carcere di Teramo dove è detenuto in regime di Alta Sicurezza.
Proprio ieri, sempre nell’ambito di “Ares”, si è concluso il processo d’Appello a carico di coloro che scelsero il rito abbreviato, contrariamente a La Piccirella che tre anni fa optò per l’ordinario. Oltre due secoli di carcere a più di 30 imputati. Una mazzata durissima per la malavita sanseverese (In foto, Manganelli e l’imputato)
Seguici anche su Instagram – Clicca qui