“Sono affranto, non si può rinunciare a progetti di qualità e a milioni di euro. Ci siamo spesi tanto per la provincia di Foggia e queste notizie sono un colpo al cuore”. A parlare è l’irpino Gerardo Capozza (sopra in foto con l’ex premier Conte), attuale segretario generale dell’Automobile Club. In passato capo di Gabinetto dell’ex ministro Gianfranco Rotondi, vicino a Vincenzo De Luca, ma soprattutto con un passato di dirigente a palazzo Chigi prima nell’Ufficio per il Programma e poi in quello del Cerimoniale. È stato il consigliere dell’ex premier e leader del M5S Giuseppe Conte per il Sud e ha seguito direttamente, in qualità di responsabile, i contratti di sviluppo (Cis) sottoscritti in tutta Italia.
Il Cis doveva essere il progetto cardine per il rilancio dei territori dell’allora premier Conte. È riuscito a seguirlo?
Fin quando sono sono stato a Palazzo Chigi sì. Poi con il ministro Carfagna mi sono dimesso dal ruolo di Ruc (responsabile unico del contratto) per correttezza istituzionale.
Il contratto di sviluppo di Foggia era particolarmente sentito per via delle origini dell’ex premier?
Quello è stato un miracolo, non perché l’ha fatto Conte ma perché – certamente voluto dall’ex premier – ha trovato una concertazione importante tra gli enti, dalla Regione ai singoli comuni. Sono stati presentati progetti di qualità in tempi rapidissimi, anche con i privati. Questo è un merito degli amministratori locali del Foggiano e a tutti gli altri attori. Viene smentito anche il fatto che non c’è capacità di programmazione nel territorio.
Dal punto di vista qualitativo come li avete trovati?
Validi, tanto è vero che sono stati finanziati. Voglio ricordare che con il Cis Foggia abbiamo messo in moto la realizzazione della Regionale 1, che tutti avevano sulla bocca, ma nessuno aveva mai avviato. La Provincia ha lavorato bene e finalmente è in fase di realizzazione. Dei 280milioni stanziati, una somma enorme per una provincia che non vedeva soldi da tempo, circa 220 erano in capo a Palazzo Dogana. Il resto riguardava i progetti di Leonardo, Casa Sollievo e Centri Padre Pio. Con questi ultimi avevamo fatto fare un accordo con l’Inail, per mettere a punto un progetto di robotica per i pazienti in sedia a rotelle, finalizzato alla realizzazione di un nuovo esoscheletro. E poi c’era la collaborazione dell’università che dovevamo portare avanti ed era rimasto appeso un progetto per l’agricoltura, che avevamo immaginato di finanziare con i risparmi dei ribassi delle gare…
A questi potrebbero aggiungersi i 14 milioni della fondazione Centri Padre Pio, visto che hanno rinunciato…
Questo non lo sapevo. Probabilmente la rinuncia nasce dalle difficoltà interne che ci sono, chiaramente è un peccato enorme perdere queste risorse. Anche perché il 70% sarebbe arrivato dal Cis
Potrebbe esserci stato un problema nel reperimento della restante parte, circa 6 milioni, necessari per il completamento?
No, la Regione Puglia aveva dato la disponibilità a cofinanziare. Emiliano disse che se c’era bisogno, se si fossero palesate difficoltà, sarebbe subentrata la Regione. Meglio questo che rinunciare, onestamente tutto questo mi fa molta tristezza. Noi ci credevamo in questo centro di eccellenza che ha grandi professionalità e una importante dotazione tecnologica. Peraltro, grazie all’accordo con l’Inail, che a sua volta finanziava il progetto per il nuovo esoscheletro, avremmo creato un centro di riferimento per il Sud, in pratica ‘Gli Angeli’ sarebbe diventato il Bormio del Mezzogiorno. Era un progetto molto solido. Avevamo interpellato anche la Difesa, perché c’era un interesse per un accordo sui veterani che avevano avuto problemi in missione.
Tra l’altro – allora non potevate saperlo – il tema è diventato di strettissima attualità, vista l’instabilità dello scenario globale dopo il conflitto tra Russia e Ucraina
Esatto. Avevamo fatto un progetto robusto. San Giovanni si prestava bene per via delle professionalità e della dotazione tecnologica. Per non parlare del centro per le staminali del professore Vescovi, che ha fatto un grande lavoro, portando il territorio a livello internazionale. Quando siamo arrivati lì c’erano ricercatori da mezzo mondo, abbiamo trovato molti giovani brillanti.
Poi ci si perde in ‘beghe condominiali’?
Il territorio non cresce per questo motivo. Purtroppo c’è una mentalità deleteria, saranno scattati motivi di invidia, non lo so. Abbiamo insistito fino alla fine anche per fare un accordo con Casa Sollievo.
Pensavate alla creazione di un polo della ricerca d’eccellenza nella città di San Pio?
Sì. È vero che sono due realtà diverse, ma possono collaborare, non solo sulla riabilitazione. Era utile ed interessante non solo per la provincia di Foggia, ma per tutto il Mezzogiorno.
Oltre a questo, erano previste assunzioni e l’attivazione di meccanismi economici di filiera capaci di rinvigorire una provincia che spesso è fanalino di coda in Italia per molti indicatori
Immaginiamo tutta la gente che ha bisogno di riabilitazione di qualità e che potevano arrivare sul Gargano, dove ci sono strutture d’avanguardia e grandi professionalità. Si sarebbero attivati meccanismi di economia vera, occupazione e si sarebbero generati percorsi avanzati di sanità. Erano previste anche alcune centinaia di assunzioni tra Centri Padre Pio e Casa Sollievo. Ci dispiace molto, abbiamo lavorato tanto. Avevamo fatto 3-4 riunioni con Conte a San Giovanni. Avevamo immaginato, oltre a tutto questo, lo sviluppo dei Monti Dauni, il raddoppio di Leonardo con ben 500 posti di lavoro in più. E poi, ancora, avevamo modificato il tracciato dell’Alta Velocità, con il passaggio dalla stazione di Foggia e lo sviluppo dell’aeroporto Gino Lisa. Una bella botta, insomma, capace di rilanciare l’immagine di un territorio che viene nominato solo per fatti criminosi e non per quello che di buono c’è.
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