Un lavoro regolare in un esercizio commerciale di Manfredonia, ma senza poter recepire lo stipendio perché nessuna banca gli apre il conto corrente per l’accredito degli emolumenti. Succede a Manfredonia ad un ragazzo ucraino, Yevhen, fuggito da Kiev a causa della guerra. “Sono ormai due mesi che non riscuoto lo stipendio, e se non fosse per alcuni amici e per la Caritas diocesana che ci passa il pranzo e la cena non saprei che fine avremmo fatto con mia moglie e con i miei due bimbi. Ma non basta, non so come pagare la bolletta della luce e tutto il resto. Nessuna banca ad oggi è in grado di rilasciarmi un conto corrente, ed io da due mesi non pago l’affitto e non posso fare la spesa. Lavoro dalla mattina alla sera senza prendere i soldi. Ho due bimbi di 7 e 13 anni che vanno a scuola e non so davvero come fare se questa situazione non dovesse risolversi”.
Ad interessarsi del caso un gruppo di volontari tra cui la giornalista Anna Maria Vitulano che si è attivata sin dall’inizio dell’emergenza Ucraina. “Ho fatto tutto il possibile affinché questa famiglia potesse vivere al meglio, dai documenti che hanno permesso a Yevhen di avere un contratto di lavoro. Ora che lavora, cosa assurda, non può ricevere lo stipendio perché non ha un conto corrente bancario o postale. La banca di riferimento dell’azienda dove Yevhen lavora, dopo insistenze e pressioni, il 24 ottobre è riuscito a ottenere l’ok all’incasso dell’assegno, peccato però che, per lavori di ristrutturazione in corso nella filiale, dovrà aspettare un paio di giorni per ritirare i soldi”.
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