Comincia ad esserci fermento politico per le prossime amministrative foggiane. Finita la competizione elettorale per le Politiche dello scorso 25 settembre, nel capoluogo, come di consueto, si apre la stagione dell’attivismo di chi prepara il campo per le elezioni del dopo commissariamento per infiltrazioni mafiose. La sconfitta di Raffaele Piemontese, con l’affermazione imponente del centrodestra con ben due parlamentari foggiani dei Fratelli d’Italia, mette a dura prova il Pd cittadino per la costituzione di una alleanza larga di centrosinistra. L’assessore regionale in redazione a l’Immediato ha già rimarcato che il candidato sindaco o sindaca dovrà essere individuato/a tra personalità di spicco e di caratura legalitaria di una certa rilevanza. Un segnale netto ai pentastellati: se patto deve esserci va fatto con criterio e su una figura riconosciuta in città.
Intanto iniziano a proliferare gli appuntamenti e i contenitori civici o pseudo tali. Dopo l’aggregazione di associazioni capitanata dal consumerista Walter Mancini, il Progetto ConCittadino di Antonio De Sabato, gli appelli anche artistici del comitato La Società Civile che nei prossimi giorni presenterà un documovie con inserti danzanti contro la mafia e il Comitato Io resto a Foggia di Giuseppe Mainiero, è spuntata sui social una pagina con la denominazione Coalizione Civica per Foggia, con un simbolo super identitario come l’Epitaffio.
Sono numerose in questo momento le formazioni orfane del civismo di Leo Di Gioia da un lato e del dinamismo extra partiti dell’ex sindaco Franco Landella dall’altro – che con le sue liste civiche ha portato in Consiglio comunale tantissime individualità poi cresciute sotto altri simboli, ideali e bandiere, a cominciare dal regionale leghista Joseph Splendido fino al meridionalista e sindacalista trasportistico Pasquale Cataneo – che stanno cercando di riciclarsi.
L’Epitaffio però non è opera dell’ex eletto Nicola Russo che sta costituendo un suo movimento tutto centrato sulle periferie che parte dal Rione Biccari, suo quartiere storico. “Siamo tanti e ci presenteremo presto”, osserva l’ex consigliere, un tempo azzurro e poi strenuo sostenitore degli emilianisti di Rosario Cusmai.
Il socialista Mino Di Chiara sta lavorando ad un progetto di partito e non intende diluire il garofano dentro coalizioni civiche che già una volta nel 2019 non lo hanno portato in Consiglio comunale per pochi voti. Anche Saverio Cassitti, ex delegato alle Politiche abitative con Franco Landella, sta riorganizzando le sue truppe. È ancora ambiguo il posizionamento del centro moderato rappresentato dai decani Mimmo Verile e Lucio Tarquinio, vicini al mood della Procura e visti spesso nelle scorse settimane insieme alla candidata dem Valentina Lucianetti.
In tanti si fanno una domanda: cosa farà Franco Landella insieme ai suoi fedelissimi tutti dichiarati incandidabili in primo grado? Ripartirà dal civismo? Insomma gli animi sono già caldi.