A Vieste e in tutto il Gargano tengono banco la questione prezzi e il presunto calo di presenze turistiche. E sta scatenando molte reazioni la recente intervista a l’Immediato dell’assessora al Turismo, Rossella Falcone secondo cui si starebbe facendo troppa cattiva pubblicità. A riguardo, ospitiamo una lettera giunta alla mail della redazione da parte di un noto avvocato foggiano da sempre amante del promontorio garganico.
Gentile direttore,
Le scrivo – una volta tanto – come un qualsiasi cittadino e non come l’avvocato che rende il comunicato stampa. L’occasione mi viene dalle dichiarazioni dell’assessora Falcone di Vieste, pubblicate oggi sul Suo Quotidiano e volte a contestare che Vieste e il Gargano siano diventati più cari di altri posti di vacanza del Bel Paese. Ebbene, come turista e assiduo frequentatore di questo meraviglioso territorio voglio dire che l’assessora ha ragione, come ha ragione nel dire che è ancora presto per parlare di un calo delle presenze. Purtuttavia, se così dovesse essere, una riflessione andrà fatta. E poiché questa dovrà muovere dal giusto presupposto che i prezzi di Vieste non sono affatto più cari di altri posti, peraltro ben meno belli ed attrattivi, non si potrà fare a meno di notare che la differenza potrebbe venire proprio da quelli che si possono definire i “costi pubblici”.
Bisognerà chiedersi, infatti, se l’aver trasformato l’intera città di Vieste in un parcheggio a pagamento, per di più con tariffe fino a 2 euro all’ora e senza alcuna possibilità di trovare aree di parcheggio libero, possa rappresentare un disincentivo per quanti si recano nella cittadina garganica, pur consapevoli di dover sostenere i prezzi di albergo, ristorante e spiaggia, che avevano accettato di buon grado al momento della prenotazione. La questione è tutt’altro che marginale se si considera che, a fronte del costo giornaliero di un ombrellone e due lettini di soli 15/20 euro, il parcheggio sul lungomare finisce col costare ben 10 euro.
Altrettanto è a dirsi per il panico ingenerato dal continuo alternarsi di fasce orarie in cui la sosta è consentita (sempre a pagamento) ed altre in cui è assolutamente vietata, con la conseguenza che se il turista non si ricorda di spostare l’auto prima delle ore 20, se la vedrà rimuovere forzosamente a tempi di record con l’obbligo di pagare una multa alquanto salata. Si potrebbe rispondere a quel turista distratto che lo scopo è quello di garantire l’esclusiva fruibilità pedonale delle zone più belle della città, così da potersene stare seduti tranquillamente ai tavoli dei Bar e ristoranti vista mare senza il via vai delle macchine. Ma questo nobile obiettivo stenta ad essere percepito quando la zona in questione è già dotata architettonicamente di banchine enormi per passeggiare o sedere lontani dalla strada, mentre su quest’ultima sarebbe sufficiente la Ztl per impedire il via vai delle autovetture.
Senza dire poi che l’intensissima programmazione di eventi e spettacoli che il Comune ha organizzato sulla Marina Piccola, ha trasformato una delle più vaste aree pedonali in questione in un cantiere a cielo aperto sul quale si montano e smontano palchi, entrano ed escono camion e furgoni degli addetti ai lavori e, quando tutto è pronto per la manifestazione, la baldoria regna sovrana fino a notte fonda, con buona pace di residenti, alberganti e degli stessi ospiti paganti di bar e ristoranti. Né, d’altra parte, per limitare il fenomeno autovetture esiste alcuna valida alternativa all’utilizzo del mezzo proprio per raggiungere Vieste e muoversi al suo interno. È noto a tutti infatti l’anacronismo dei collegamenti pubblici da e per Vieste, come l’assenza anche solo di una navetta pubblica che percorra i lunghissimi lungomari della cittadina garganica. Sicché l’autovettura diventa una vera e propria tassa, oltre che un odioso fardello, che si aggiunge a tutti gli altri costi che il turista ha da sostenere, senza che l’amministrazione locale si renda conto che non solo è un male necessario, ma vissuto in questo modo diventa un cancro per tutta la vacanza!
Insomma, non è facile dire che il possibile calo delle presenze turistiche derivi proprio dai disagi che si sono appena descritti in tema di viabilità urbana, ma certamente la questione parcheggi e relativi “accessori” potrebbe essere uno spunto di riflessione per pensare ad un diverso modello di sviluppo turistico sostenibile, nel quale la necessaria presenza del pubblico è tanto più efficace e di sostegno all’imprenditoria privata, quanto più silenziosa e nascosta riesce ad essere, aiutando semplicemente turisti e cittadini, senza necessariamente tassarli per poi indirizzarli verso questa o quella attività.
L’esempio viene dai paesi nei quali il turismo è stato il motore della rinascita economica, come la Spagna, e non certo da quelli il cui blasone consente di dettare le condizioni che vogliono, come la Francia della Costa Azzurra!
In conclusione, a Vieste occorrerà una iniezione di sano realismo con il drastico contenimento di ideologia e dirigismo… Sempre che i numeri dovessero richiederlo, perché se così non fosse, potrà comunque valere la regola del “chi vince ha sempre ragione”.
Un turista del Gargano