“Il clan Sinesi è storicamente confederato con i Francavilla. Roberto Sinesi veniva affiliato da Franco Coco Trovato e da Pepè Flachi, prima degli anni ’90. Trovato era del clan di Rocco Papalia, era calabrese. Papalia era della zona di Platì, Africo e San Luca, esattamente di Platì. Era in pratica (Trovato) un uomo di spicco del clan di Rocco Papalia e in quei periodi loro stavano appoggiati a Foggia Pepè Flachi, insieme ad altri calabresi, tra cui anche Vittorio Foschini che poi è divenuto collaboratore di giustizia. E loro affiliarono Roberto Sinesi, Vincenzo Parisi, affiliarono anche i Li Bergolis, ‘Ciccillo’, Pasquale Li Bergolis, affiliarono anche Silvestri soprannominato ‘l’Apicanese’, che poi è stato morto ammazzato nel 2002. E venne affiliato anche Federico Trisciuoglio. Vennero affiliati anche i nipoti di Roberto Sinesi, Francesco e Donato Delli Carri insieme a Federico Trisciuoglio. So queste cose perché sono entrato a far parte nel 2009 dell’affiliazione, però io già facevo parte da prima di questo clan. Inizialmente non ci credevo. Poi, nel 2009, Luigi Biscotti me l’ha spiegata perfettamente, dice: ‘Lo devi fare perché a te ti portano con noi – così colà – è una cosa che la dobbiamo fare’. E ho deciso di fare anche il rito di affiliazione. Nel carcere di Foggia, alla sezione Prima Vecchia. L’abbiamo fatta al passeggio”.
Così il neo pentito Patrizio Villani durante il lungo interrogatorio davanti ai magistrati della DDA di Bari. L’uomo, 45 anni, originario di San Marco in Lamis, era un killer al soldo del clan Sinesi-Francavilla, una delle principali batterie della mafia foggiana. Agli inquirenti Villani ha fornito molte informazioni su omicidi (leggi qui), furti, estorsioni e sulle alleanze tra organizzazioni criminali. Ha parlato anche di affiliazione, decantando il rito utilizzato per entrare nel clan e prendere parte alle decisioni.
La “favella”
A questo punto il pm Perrone Capano chiede: “Saresti in grado di dirci come funziona una favella foggiana?”. Per “favella” si intende una sorta di sermone, una filastrocca recitata per effettuare il rito.
Villani: “Allora, funziona così, si dice: ‘Buongiorno’… allora ‘ecco’. ‘Buongiorno saggio compare, giungo appunto a voi questa mattina, con una mano faccio luce e con l’altro accendo luce. Conforme e conformista siete voi, con parole di omertà è formata società’. E tu rispondi e dici: ‘Con chi ho l’onere di parlare?’ – ‘Avete l’onere di parlare con una persona fatta con patti, forme e conforme, attivo qui, fuori da qui e in qualsiasi località’. E gli dice: ‘Ma allora siete conformi?’. Dice: ‘Quanti…’… e poi gli dice: ‘Quanti bottoni ha la vostra maglia?’. E tu gli dici: ‘Sette’, perché sette sono le cariche. E poi lui ti fa la domanda e dice: ‘Quanti bottoni avete abbottonato?’. E tu gli dici fino a quanto hai avuto la carica, e gli dici: ‘Quattro bottoni’. E poi gli dici i pregi, ‘E quali sono i tuoi pregi?’ – ‘Ho una fronte stellata per illuminarti il cammino; i miei occhi sono due perle per accecare gli infami e gli indegni; la mia bocca è fatata per addolcire le questioni; la mia lingua è una spada per tagliare e rintagliare le vostre favelle; il mio petto è freddo e duro come un marmo; le mie spalle sono lo specchio che riflettono la vostra immagine; le mie gambe sono due molle per rimbalzare di duello in battaglia’. ‘Chi è vostro padre?’ – ‘Mio padre è il sole, mia madre la luna e i miei fratelli sono le stelle. Mio nonno è un vecchio carrettiere che abita sul Monte Bianco e scende tre volte l’anno, Natale, Pasqua e Ferragosto, e scende per portare le salme degli infami e gli indegni. E lava l’anima nelle acque del fiume Giordano’”.
Poi il pm chiede di Sinesi: “Roberto Sinesi porta la settima carica, l’ultima. Lui porta la carica di Santa Elisabetta, che è il medaglione. I Moretti-Pellegrino-Lanza, invece, sono affiliati alla camorra napoletana. Dagli ex cutoliani e lì vennero affiliati Vito Lanza, Natalino Venuti, è stato affiliato Giuseppe Spiritoso. Quell’affiliazione ce l’aveva anche Mario Francavilla.
La “cassa”
Informazioni anche sui “conti” della malavita foggiana: “Io oltre allo stipendio guadagnavo qualunque cifra chiedessi – ha ricordato Villani -. Se la cassa era gestita da Antonello Francavilla e Francesco Sinesi potevo guadagnare in un colpo anche cifre importanti, oltre allo stipendio fisso di circa 1.500/1.800 euro al mese. Dopo l’agguato di Vito Lanza, la cassa comune la gestivano i fratelli Ciro e Giuseppe Francavilla, in modo particolare Giuseppe su incarico di Rocco Moretti. La cassa comune ammontava a circa 220.000 euro al mese e i proventi relativi alle estorsioni e alla droga confluivano solitamente intorno alla fine del mese”. (In alto, Franco Coco Trovato e Roberto Sinesi; sotto, Francesco Sinesi e Patrizio Villani; sullo sfondo, un’immagine di archivio)
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