
Fa molto discutere la campagna pubblicitaria civica sul caso della tragica morte della praticante avvocata Camilla Di Pumpo, ideata dal creativo e pubblicitario foggiano Sergio Maddalena, che dopo i social ha utilizzato gli spazi e i 6×3 di sua proprietà per veicolare il messaggio “Anch’io ho ucciso Camilla”. Tanti i perché di Maddalena, che richiamano alla responsabilità collettiva, ma tra tutti spicca quello politico “Anch’io ho ucciso Camilla quella volta che ho votato quel politico solo per aver ricevuto un favore”.
La campagna, a differenza delle tante immagini commoventi e piene di pathos che hanno invaso il web dopo l’incidente stradale della giovane, è volutamente scarna, con solo font, sicuramente disturbante.
E per questo ha indignato tantissimi cittadini. Sul gruppo social Foggia non si Lega non si contano le critiche. Tra le tante anche quella di un collega illustre dell’advertising come Gioacchino Rosa Rosa.
“È una cosa disgustosa. Usare questa ragazza, il dolore dei genitori e il convoglimento emotivo di gran parte della città per far (bassa) politica è gravissimo. E comunque il cartello mi sembra un fake”.
Qualcuno si spinge ancora più in là nella disapprovazione come l’imprenditore Paolo Amorico. “Io non ho ucciso nessuno, tanto meno votato in attesa di favori. Manifesto demagogico e irrispettoso di un’intera comunità”.
La famiglia e le persone più care a Camilla hanno fatto sapere alla nostra testata di non essere state interpellate per questa iniziativa e di non condividerne i contenuti. Ciò che desiderano adesso è soltanto silenzio e mai avrebbero voluto vedere il nome di Camilla campeggiare per le vie della città.