È indagato a piede libero per omicidio stradale, Francesco Cannone, 22enne di Carapelle. Il giovane era alla guida dell’Audi nera che la sera del 26 gennaio scorso si è schiantata contro la Panda rossa di Camilla Di Pumpo, 25 anni, praticante avvocata. Il carapellese era in compagnia di alcuni amici, come dimostrerebbe il video di una telecamera di videosorveglianza che ha ripreso i giovani mentre si avvicinavano all’auto della ragazza ferma all’incrocio tra via Matteotti e via Urbano, per poi tornare subito indietro. Il conducente, secondo la ricostruzione del suo legale Michele Sodrio, si sarebbe trattenuto sul luogo dell’incidente, presentandosi al fidanzato di Camilla. Tuttavia, come emerso da alcuni filmati acquisiti dalle forze dell’ordine, sarebbe stato il compagno della vittima – giunto poco dopo l’impatto – ad aprire per primo lo sportello della Panda per verificarne le condizioni, purtroppo già gravissime.
Lo sciacallo
Durante i momenti concitati, un 55enne ha rubato lo smartphone della ragazza, trovato sull’asfalto. L’uomo è stato denunciato a piede libero insieme con un suo conoscente, quest’ultimo accusato di favoreggiamento.
La visuale limitata e l’auto in divieto di sosta
Secondo le prime ricostruzioni, che dovranno essere accertate dalle consulenze tecniche, la giovane Camilla potrebbe aver avuto la visuale parzialmente limitata dalle auto parcheggiate in prossimità dell’incrocio. La Toyota Aygo grigia contro la quale è stata sbalzata la Panda, era in divieto di sosta e avrebbe rallentato le operazioni di soccorso. Come emerge dalle immagini di filmati amatoriali, girati da cittadini, alcuni passanti hanno dovuto spostare di peso l’auto di Camilla per consentire al personale del 118 di intervenire e trasferire la vittima in ambulanza. Le eventuali responsabilità saranno accertate da una consulenza tecnico ricostruttiva che il legale di Cannone ha già richiesto con urgenza al pubblico ministero Galli.
Lo scambio di persona
Nelle ore immediatamente successive alla tragedia, il padre di Cannone si era presentato in Questura affermando di essere il conducente dell’Audi; una versione che non ha mai convinto gli investigatori, anche alla luce delle testimonianze di alcuni passanti che avevano indicato una persona molto più giovane. Il giorno successivo, il 22enne ha poi ammesso alle forze dell’ordine di essere il reale conducente del veicolo. Nelle ultime ore, sono stati diffusi filmati registrati dal ragazzo e postati sui social network in cui vengono ostentate moto e auto di grossa cilindrata, queste ultime lanciate ad alta velocità. In alto, i video pubblicati su TikTok.
La versione di Cannone
Il giovane carapellese è indagato a piede libero per omicidio stradale. Secondo l’articolo 589 bis del codice penale, “chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da due a sette anni”.
Nel pomeriggio del 4 febbraio scorso, il 22enne, accompagnato dal padre Michele e dal suo difensore l’avvocato Michele Sodrio, si è presentato presso gli uffici della squadra mobile della Questura di Foggia per depositare una formale autodenuncia. “Ma il mio cliente – ha spiegato Sodrio – fin dalla sera del 27 gennaio si era messo a disposizione dell’autorità giudiziaria, prima ancora di conferirmi mandato”. E aggiunge: “È stato riportato e commentato un fatto che semplicemente non esiste. Come abbiamo precisato nell’autodenuncia, Francesco non andava in controsenso su via Matteotti, non aveva mai avuto la patente ritirata, anzi conserva immacolati i 20 punti fin dal conseguimento, non guidava affatto a folle velocità, non aveva bevuto o assunto droghe, vizi che non ha mai avuto perché tra l’altro è un giovane sportivo praticante, è del tutto incensurato e senza mai alcuna esperienza precedente con la giustizia e, nonostante la giovane età, è già un affermato commerciante grazie al lavoro e alla dedizione quotidiani, insomma un ragazzo normale, come lo era la povera Camilla”.
Il ruolo del padre
Sodrio ha anche precisato che Cannone “non si è mai allontanato dal luogo dell’incidente e si è persino presentato al fidanzato di Camilla, in quei drammatici attimi successivi all’impatto, come colui che era alla guida dell’Audi A4. Ha consegnato le chiavi dell’auto a uno dei vigili del fuoco intervenuti sul posto ed è rimasto lì. Poi anche su questa circostanza del ‘misterioso’ falso guidatore va fatta chiarezza una volta per tutte, questi altri non era che il padre ed il motivo per cui nelle prime ore era stata fornita quella diversa versione sta nelle parole dello stesso mio cliente, così come scritte nell’autodenuncia: ‘…appena giunto sul posto, mio padre mi disse <<F. prima di dire che eri tu alla guida della macchina aspettiamo di capire chi sono i parenti della ragazza, perché ho paura ancora sono dei pregiudicati e possano prendersela con te, lascia fare a me>>. In tutto questo tempo non mi sono mai allontanato dal luogo del sinistro, pur tenendomi in disparte per le ragioni di cui sopra’“. Michele Cannone non è un volto nuovo agli inquirenti. In passato è già incappato in alcuni guai giudiziari, mentre al momento è imputato in “Decimabis”, processo ai clan foggiani.
Sull’iniziale scambio di persona tra il giovane e suo padre, l’avvocato ha spiegato che “già nel tardo pomeriggio del 27 gennaio, dopo avere avuto la certezza che Camilla era una ragazza proveniente da una famiglia di persone perbene e rispettabilissime, i miei clienti si sono recati in Questura accompagnati da un altro mio validissimo collega e lì il padre Michele ha messo a verbale quanto sopra, invitando anche i poliziotti ad interrogare il ragazzo se lo avessero ritenuto necessario, per qualsiasi chiarimento. Però il pm di turno non ha inteso procedere ad alcun interrogatorio. Loro si sono rivolti a me subito dopo, ma prima di assumere qualsiasi iniziativa ho voluto accertarmi se vi fossero delle prove serie a riscontro di ciò che mi riferiva Francesco e solo quando ho avuto questa certezza ho assunto la difesa. La prima cosa che ho fatto nei giorni scorsi è stata quella di chiedere al pm l’interrogatorio del mio assistito, richiesta alla quale ho ritenuto necessario aggiungere e anticipare anche l’autodenuncia di ieri”. Si attende, dunque, la consulenza tecnica per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. (Nella foto, la Panda rossa di Camilla e la Aygo in divieto di sosta)