Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, su disposizione del Tribunale di Bari – Sezione III in funzione di Tribunale della Prevenzione, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di prevenzione di beni immobili, compendi e quote aziendali, beni mobili e disponibilità finanziarie per 1,4 milioni di euro. L’ordinanza di sequestro anticipato del Tribunale di Bari, disposto in accoglimento della proposta della Procura della Repubblica di Foggia, è l’atto finale di articolate indagini economico patrimoniali sviluppate dai finanzieri della Tenenza della Guardia di Finanza di Vieste, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni sulla criminalità organizzata di Roma e il Nucleo di polizia economico finanziaria/Gico di Bari, su un viestano, il 50enne Aldo Abbate, a cui carico risultano plurime sentenze di condanna irrevocabili (per reati contro il patrimonio, occupazione abusiva di area demaniale, reato in materia di stupefacenti). L’uomo fu destinatario di misura cautelare nel 2010 nell’ambito di un’operazione che coinvolgeva il boss Angelo Notarangelo detto “Cintaridd”, ucciso 5 anni dopo a Vieste.
I finanzieri, sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo dauno, hanno condotto approfonditi accertamenti patrimoniali, all’esito dei quali è emersa in capo ad Abbate e ai suoi familiari conviventi una disponibilità di beni il cui valore è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati/percepiti ed in generale alle fonti di sostentamento lecite proprie e del proprio nucleo familiare, tanto da far ritenere che siano il profitto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.
È stata pertanto avanzata dalla Procura della Repubblica di Foggia una richiesta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniali che il Tribunale di Bari ha accolto, ritenendo il viestano “socialmente pericoloso” e ordinando di sottoporre a sequestro, per un valore complessivo di 1.397.023 euro: un residence per vacanze di Vieste, il noto stabilimento balneare sul lungomare Mattei “Paradiso Selvaggio”, l’intero capitale sociale e compendio aziendale di due società esercenti l’attività di stabilimenti balneari con sede operativa in Vieste, quote societarie di un’impresa edilizia con sede legale a Vieste, un terreno di 2.838 metri quadrati, un immobile di 80 mq in agro di Vieste, un conto corrente e 9 depositi al Risparmio riconducibili direttamente o indirettamente ad Abbate.
Il sequestro si inserisce nel solco della costante azione della Guardia di finanza di ricerca di patrimoni riconducibili a persone che vivono abitualmente, anche in parte, con i proventi derivanti da attività delittuose; attività che risponde alla duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate, e liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.
Si precisa che si tratta di un sequestro anticipato e che solo dopo la conclusione del procedimento di prevenzione, con la confisca, si potrà ritenere definitivamente accertata la provenienza illecita dei beni sequestrati.