Un anno fa la violenta rapina nel bar “Gocce di Caffè” costata la vita al 38enne Francesco Traiano. Il processo ai responsabili è ancora in corso e tra pochi giorni tornerà nelle aule di tribunale. Intanto, Alfredo Traiano, nipote di Francesco, ha ricordato lo zio attraverso un post: “17.09.2020 h. 14:10:47. Lì a quei minuti si sono fermati i nostri pensieri. Ed è passato già un anno, quando cinque ragazzi decidono di affermare il loro potere facendo la cosa più facile che si possa fare, uccidere.
Sono venuti lì ad uccidere il mio sangue, per due spiccioli.
Quel sangue che lavorava onestamente, dignitosamente tornava a casa tutte le sere stanco e sporco del suo lavoro, ma soddisfatto di ciò che stava creando onestamente. Ma purtroppo non gli è stato concesso, perché quei ragazzi hanno preferito andare a rubare e uccidere che lavorare, modo molto più facile di fare soldi.
E quel povero ragazzo che lavorava e sudava tutti i giorni? Morto. Per cosa? Vale tanto una vita? Ma davvero io lavoro e devo essere ucciso solo perché compio i miei doveri onestamente? E la mia città? Si è indignata solo per 15 giorni? E poi? Possibile che già tutto tace?”.
Poi conclude: “Spero che mio zio non riceva altre coltellate. Quelle dello Stato. Il restante continuerà a vivere la propria vita perché ‘fin quando non mi succede nulla a me, tutto apposto’. Fin quando non ci sarà giustizia, ci sarò io a ricordarvi chi era Traiano Francesco Paolo”.