“È capitato a troppi di subire atti persecutori, magari anche in condominio, e di sentirsi dire dalle Autorità di ‘non presentare la denuncia’, oppure di vedersi archiviare una querela perché esiste una situazione ‘già conflittuale’ con la persona che ci ha fatto del male. Ebbene, si è pronunciato in maniera contraria il gip del Tribunale di Foggia, in un caso di stalking patrocinato dall’avvocata Antonietta Clemente dello studio legale Di Gioia&Clemente Avvocati”. Lo riporta una nota dello stesso studio su un caso di “elevata conflittualità condominiale”.
“In sede di denuncia – si legge nelle carte giudiziarie – la parte lesa aveva parlato di reiterate minacce e/o molestie foriere di timori per la sua incolumità, vedi gli insulti coram populo (davanti a tutti, ndr), il deposito di buste dell’immondizia sotto il portone di casa e le simulazioni di un investimento a bordo di auto”.
Nel caso, verificatosi a Lucera, il pubblico ministero aveva chiesto che il procedimento venisse archiviato, sostenendo che tra le parti c’era comunque una elevata conflittualità e che i vicini avevano contraddetto le accuse della querelante. “Ebbene, il gip del Tribunale di Foggia, ha accolto le nostre obiezioni – fanno sapere i legali -, ordinando al pm di procedere alla imputazione coatta della accusata per stalking: la donna andrà a processo.
Il giudice ha chiarito, infatti, che l’unico luogo deputato alla formazione e alla valutazione della prova è il dibattimento: è solo un giudice, in un processo, a poter valutare se chi ha denunciato sia o meno attendibile. Tanto più considerando che mentre la persona offesa ha sempre l’obbligo di dire il vero, all’accusato è concesso di mentire per difendersi. Teniamolo a mente – concludono dallo studio legale -: gli agenti di polizia, e quindi il pubblico ministero, devono sempre raccogliere le nostre denunce, per poi andare a verificare la corrispondenza tra i fatti segnalati e una norma che potrebbe punirli”.