“Quei testimoni mi vogliono calunniare. Conoscevo Tiziana soltanto perché abbiamo lavorato insieme in passato. Sono innocente”. Questa, in sintesi, la posizione di Gerardo Tarantino, 46enne bracciante agricolo interrogato questa mattina, sospettato del femminicidio di Tiziana Gentile, uccisa a coltellate nella sua abitazione di Orta Nova. Ieri, intanto, i Cacciatori di Puglia, grazie al metal detector, hanno trovato l’arma del delitto, un grosso coltello da campagna gettato da un’auto in corsa poco fuori il centro ortese, sulla strada che conduce a Carapelle. Un testimone aveva infatti visto una persona lanciare qualcosa in un terreno mentre viaggiava a bordo di una Fiat Tipo beige, auto del sospettato. L’arma è stata inviata al Ris. Un altro grave indizio sulla testa di Tarantino che dopo il fatto di sangue si era recato proprio a Carapelle, sul posto di lavoro della figlia della vittima.
L’interrogatorio di stamattina si è tenuto in videoconferenza. Collegati il gip di Foggia e il pm Galli. Tarantino ha risposto alle domande fornendo spiegazioni illogiche, irrazionali e non riscontrabili. “Sono andato da Tiziana ma non sono mai entrato, non mi ha mai risposto nessuno. Dovevo prendere dei documenti di lavoro. Sono tornato dopo mezz’ora e ho visto che c’erano i carabinieri. A quel punto sono entrato nel palazzo e mi hanno fermato”.
Tarantino ha spiegato la ferita sulla mano dicendo di essersela “procurata sul lavoro”. Ha negato relazioni sentimentali con la vittima, ribadendo di non aver mai avuto motivi di astio nei suoi confronti. È convinto che i testimoni vogliano calunniarlo. Tutti, dall’amica del cuore di Tiziana che era al telefono con la vittima poco prima del femminicidio fino ai vicini di casa. Ma non ha motivato il perché delle presunte calunnie, tranne per un condomino: “Mi ha calunniato perché in passato mi ha ucciso il cane e litigammo fortemente”. Ma la lista degli indizi è davvero lunga, il pm ha mostrato a Tarantino gli ingradimenti delle impronte di scarpe trovate nell’abitazione della vittima, tracce che corrisponderebbero alle suole delle scarpe dell’indagato. Ma l’uomo ha replicato dicendo che quelle scarpe non sono sue.
Ci sono poi i post pubblicati su facebook che preannunciavano presunti gesti estremi. Tarantino ha detto che alcuni di quei post non sono suoi, senza però spiegare chi li avrebbe scritti. Per altri, invece, ne ha confermato la paternità: “Ma non erano indirizzati a nessuno in particolare. In quel periodo mia moglie mi aveva lasciato e volevo andarmene da Orta Nova, ecco perché usavo il termine ‘latitante'”. L’interrogatorio è terminato dopo circa 45 minuti a causa di una crisi isterico-distruttiva di Tarantino; l’uomo ha iniziato a urlare e alcuni poliziotti sono dovuti intervenire per sedarlo e ammanettarlo.
“Confermo di aver visto una persona con gravi disturbi – le parole dell’avvocato difensore Michele Sodrio -. Non ho eccepito nulla sulla misura detentiva, ora attendo lo sviluppo delle indagini. Al momento siamo al cospetto di un femminicidio bestiale ma senza movente”.