Mezza Italia torna ‘gialla‘ e solo l’Abruzzo (per ora) resta in zona rossa. Il coronavirus ha allentato la sua presa, ma non è il momento di rilassarsi perché un errore oggi porterebbe ad una terza ondata a gennaio. Ora la priorità è abbassare ancora la curva dei contagi, in attesa del via alla campagna vaccinale anti-Covid. Il rallentamento è evidente: rispetto alla scorsa settimana, negli ultimi sette giorni sono stati accertati oltre 30mila casi in meno che si traducono in un calo del 34 per cento. Ma “il numero di 20mila casi al giorno è ancora troppo alto”, ha sottolineato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Così come resta troppo elevato anche il rapporto tra positivi e tamponi effettuati, che negli ultimi giorni ha oscillato tra il 10 e l’11 per cento, restando stabile. In queste condizioni, ha avvertito il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, nel momento in cui “si allentano le misure, l’onda dei contagi ripartirà“.
Due regioni saltano subito all’occhio per il rapporto tra positivi e tamponi effettuati, che domenica a livello nazionale si assesta all’11,5%. Sono la Puglia – dove il tasso di positività è al 24,5% – e il Veneto che fa leggermente meno peggio con un 23,9%. I dati di oggi consentono soprattutto di fare un confronto tra il numero di contagi di questa settimana (30 novembre-6 dicembre) e quella precedente (23-29 novembre). In Puglia, il confronto racconta di un forte aumento dei contagi: dal 23 al 29 novembre erano stati 9711, in questi ultimi 7 giorni invece sono arrivati a 11.123. La Regione da oggi si trova in zona gialla, ma il governatore Michele Emiliano sta valutando di tenere in area arancione le province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, così come parte dell’area Murgiana della città metropolitana di Bari. “I rischi sono ancora altissimi“, ha detto Emiliano ai suoi cittadini.