
“Ho taciuto per 8 mesi”. Così ha cominciato il suo comizio Napy Cera nella sua San Marco in Lamis per la presentazione ufficiale della sua candidatura alle prossime regionali in Forza Italia. Accanto a lui l’avvocato e onorevole Francesco Paolo Sisto, che “è stato a casa nostra per tanto tempo”, come ha ricordato.
“Il 16 ottobre 2019 a sette ore prima del mio arresto scrivevo sui social: “Ci siamo, perché siamo ancora noi, quelli che fanno politica perché ci credono nelle strette di mani, negli abbracci e nei sorrisi, che hanno spazzato la monotonia del tempo. Voglio esserci perché voglio ancora vedervi sorridere, questa è la mia politica, non altro. Mi basterà credere in voi”. Ho un solo difetto: sono cresciuto in una famiglia in cui la politica è sempre stata considerata una missione. Una missione, per ascoltare le persone, stare al fianco della gente che non faceva altro di venire in segreteria per raccontarci i drammi delle famiglie in un territorio bello ma difficili. Siamo stati al fianco della gente per i valori sani della politica. Non abbiamo mai fatto la politica per il tornaconto personale. Ho avuto la fortuna di avere mio nonno Napoleone che è stato sindaco per tre volte, mio padre sindaco, consigliere regionale assessore e parlamentare. Dalla politica devo solo chiedere una mano per questo territorio”.
È stato un crescendo il suo intervento davanti ad un uditorio attento, tra cui figurava anche il sindaco di San Nicandro Garganico Costantino Ciavarella: “In politica è semplice trovare dei voltagabbana, per me non è stata semplice la scelta di Forza Italia, ma l’ho dovuta fare, perché ho dovuto mettere sulla bilancia gli aspetti positivi e negativi, come per un cambio di guardaroba. Perché Forza Italia? Per Francesco Paolo Sisto, la prima cosa, non posso nasconderlo. Sono uno che si innamora delle persone. Noi siamo nati nello Scudo Crociato, abbiamo vissuto un’epoca nello Scudo Crociato, ma nel 2017 proprio per questa anima ribelle, volevo cambiare il volto al partito dell’Udc. Volevo dare qualcosa in più, una marcia superiore. In una riunione dissi che l’Udc era come un cetaceo, io non sono un cetaceo, sono giovane, pieno di idee. Le mie idee le voglio portare dentro un contenitore più ampio”.
Il difensore Sisto è stato schietto. Per Cera vale la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva. “Sono qui con l’onore di avere Napoleone candidato in Forza Italia. Nella stessa vicenda è co-indagato il governatore, nella stessa posizione. La forza di difendere la Costituzione sta nell’eleggere un cittadino che difende il territorio, con un moltiplicatore: l’appartenenza ad una meravigliosa famiglia. È una famiglia non sana, di più, tradizionale, legata all’amore per il territorio, per la gente. Si, è politici in mezzo alla gente. Napoleone è un ragazzo semplice, su cui Forza Italia intende investire. Un ragazzo che esprime valori che sono quelli di Forza Italia: liberalismo, cattolicesimo, le imprese, meno tasse, più libertà, meno rumore e più norme. La Famiglia Cera ha mantenuto uno stile, lo stile in politica non è secondario, il vero politico rispetta le istituzioni. Nessun clamore, nessuno strepito, un’attesa paziente per una vicenda che avrà la sua fine”.
Sisto non ha perso occasione per sottolineare il differente stile dei Cera rispetto ai Landella-Di Donna. “Forza Italia ha perso il sindaco Foggia, ma ha guadagnato credibilità. Non si fa politica portando avanti un parente: sapete qual è il nostro torto? Aver affermato il principio che non si può pretendere di veder candidato un membro della propria famiglia. In politica ci vuole stile, non ci si lascia offendendo il leader Berlusconi, che ha ospitato quel sindaco in casa propria. Lo ha ospitato con tutti gli onori e ha dato a quella candidata un collegio per essere eletta, poi non è stata eletta ma la colpa non è di Forza Italia”.