Il sottoscritto Francesco Maffione nato a Cerignola, legale rappresentante della società CERICHEM BIOPHARM S.r.l., circa la perquisizione e il relativo sequestro effettuato presso la ditta da lui rappresentata in data 8 aprile scorso, con il presente comunicato intende specificare quanto segue:
La Cerichem Biopharm s.r.l. da circa cinque anni è impegnata nella produzione di prodotti igienizzanti, nonché dispositivi medici per la disinfezione fornendo attraverso terzi-distributori ospedali, farmacie, pubbliche amministrazioni.
Nello svolgimento di tale attività la società ha sempre rispettato le normative vigenti in tale settore, investendo, oltre ai propri capitali, entusiasmo e dedizione profuso da tutto lo staff.
Per tali motivi, il sequestro dei flaconi igienizzanti operato dalla G.d.F. l’8 aprile e lo scredito che ne è derivato, ha amareggiato non solo i dirigenti ed i proprietari della società ma anche tutti coloro che da anni cercano di svolgere un’attività fortemente innovativa e utile nel nostro territorio, rilevato che alcun reato o intento fraudolento è stato perseguito o compiuto dalla società.
Infatti, la società intende precisare, al fine di fare chiarezza su quanto accaduto, che fino a febbraio del 2019 i termini “igienizzante” e “sanificante” potevano essere utilizzati in maniera equivalente per indicare un prodotto che avesse la funzione di pulizia.
Sulla scorta di tale legislazione è stato creato il prodotto “AMUGEN IGIENIZZANTE RAPIDO”, oggetto del sequestro operato dalla G.d.F., quale igienizzante rapido per le mani volendosi evidenziare tale precipua funzione di pulizia.
Tale finalità è facilmente verificabile non solo sull’intestazione posta sull’etichetta, ma anche nella parte dell’etichetta destinata alla “Descrizione” dove si evidenzia che la funzione del prodotto è quella di igienizzazione rapida della cute delle mani, così come nella parte destinata alle “Indicazioni “ dove si legge espressamente igiene della mano in caso di assenza di acqua.
Quindi, alcun intento fraudolento è stato mai perseguito dalla società produttrice rilevato che sulle etichette il prodotto viene classificato in maniera evidente quale igienizzante rapido, pur con proprietà sanificanti, senza che l’utilizzatore finale del prodotto potesse essere indotto in errore o confuso circa le caratteristiche dello stesso.
A seguito dell’emergenza coronavirus e della difficoltà di reperimento di tutto il materiale igienizzante e disinfettante, la società, stante l’impossibilità di effettuare le modifiche introdotte con la nuova legislazione, ma soprattutto ritenendo che l’etichetta così come apposta sui singoli flaconi fosse corrispondente sia alle caratteristiche tecniche che alla funzione del prodotto stesso, ha messo in commercio le partite di prodotto oggetto di sequestro.
La società non ha inteso in nessun modo tradire la fiducia dell’utilizzatore finale né tanto meno perseguire intenti fraudolenti producendo “aliud pro alio” con artefici o inganni.
In ogni caso, si evidenzia, che la società si è attivata sin dal 2017 a richiedere al Ministero della Salute l’approvazione del PMC (Presidio medico chirurgico), ma a tutt’ oggi, a causa dell’ingombrante e farraginosa burocrazia, non è stata ancora completata la pratica di autorizzazione.
È opportuno chiarire, anche, che i 4mila flaconi oggetto di sequestro non avrebbero fruttato alla società un guadagno di circa 40.000 euro, come riferito dai mezzi di comunicazione, in quanto tale importo potrebbe essere tutt’al più il guadagno stimato e conseguito dalla vendita al dettaglio, poichè il valore dei flaconi sequestrati è pari a 4.000,00/5.000,00 euro, come dalle fatture di acquisto consegnate alla Gdf.
Come già rappresentato in altre occasioni la società in questo particolare momento non ha inteso approfittare della necessità di approvvigionamento di tali prodotti, ed ha mantenuto inalterati i prezzi di vendita ai singoli rivenditori, così come ogni giorno la società destina per gli Ospedali 30 centesimi per ogni prodotto venduto.
La società, infine, vuole smentire, riservandosi eventuali azioni penali, la notizia divulgata dai networks Telenorba e Teleregione circa il coinvolgimento nel sequestro eseguito in 22 comuni del barese per un importo di 220.000 euro, in quanto non ha mai prodotto o commercializzato mascherine protettive, per cui non risultano in alcun modo a suo carico azioni penali relative al predetto sequestro, così come la società non ha mai praticato vendite online dirette.
In ultimo la società Cerichem, a dimostrazione della buona fede e della mancanza di nessun intento fraudolento, in data 30/03/2020 ha provveduto a vendere alla G.d.F. di Bari, con fattura n°E41 del 31/03/2020, una fornitura di 1000 flaconi da 100 ml per un importo di 1000 euro + IVA.
In conclusione si fa presente che a seguito della verifica e del controllo della G.d.F., gli stessi operanti hanno avuto modo di rendersi conto che alla data del controllo il prodotto sottoposto a sequestro non era commercializzato. La società è certa di poter nelle sedi opportune chiarire ogni equivoco.