“Nei periodi di allarme e di psicosi lanciare dei messaggi non veritieri genera caos e confusione”. È netta la dirigente dell’ITT “Altamura-Da Vinci” Anna Maria Novelli dopo il video con il panno sporco rilanciato sui social e ripreso dalla nostra testata web.
A scuola, prima della chiusura del Governo, la dirigente e il direttore amministrativo avevano individuato il responsabile del video. L’istituto scolastico foggiano lo ha definito “un filmato goliardico”, condiviso nelle messaggerie e promosso e rimbalzato poi pubblicamente sui social, dove ha assunto un tono diverso.
La scuola dopo la sanificazione, ma anche prima, assicura la prof Novelli, profuma di pulito. Andare per crederci, le narici sono inondate dal disinfettante. L’Altamura-Da Vinci è la prima scuola ad avere i dispenser di Amuchina in corridoio.
“Chiunque può giudicare venendo qui se questa è o no una scuola sudicia. È un video costruito ad arte, il panno era già sporco e goliardicamente è stato montato. Il ragazzo è stato individuato, si tratta di una chat che è degenerata. Tra l’altro la classe dove sono stati girati spezzoni di video è affidata ad una delle collaboratrici scolastiche più diligenti, che si è sentita molto offesa dalla eco avuta da quel materiale”.
Danno di immagine e l’effetto di una levata di scudi di genitori già allarmati per il Coronavirus. Questi sono stati i prodotti del video e dell’articolo, secondo la preside.
“Alcuni genitori ci hanno accusato di aver vanificato la sanificazione; abbiamo trascorso una intera giornata a difenderci”. La dirigente lamenta il messaggio che giudica “altamente lesivo e diffamatorio per l’Istituto scolastico che io dirigo, il quale non viene rappresentato nella sua esatta dimensione”.
“In un clima di reale collaborazione e non di facile allarmismo, si poteva chiedere a questa Dirigenza di accedere ai locali per verificare se, l’eventuale segnalazione ricevuta, trovasse riscontro nella realtà”. C’è stato a suo avviso “un danno enorme all’immagine di chi quotidianamente si dedica alla cura dell’istruzione dei propri alunni ma anche alla cura degli ambienti dove allievi e personale scolastico vivono quotidianamente, in un difficile contesto generale come quello attuale”.
E in una nota inviata via mail, la scuola aggiunge: “Se il grande scrittore Alessandro Manzoni fosse vivo replicherebbe la descrizione, fatta già nel ‘600 della peste bubbonica, chiamando chat quelli che erano i crocchi che servivano a diffondere notizie più o meno veritiere. Accade così che ai giorni nostri, in piena emergenza coronavirus, le piccole voci di corridoio, le battute, in un clima di esagerata fibrillazione collettiva, diventino delle fake-news creando inutili e pericolosi allarmismi. Il video, che contiene anche immagini di luoghi esterni alla scuola, è stato fatto per una goliardata di alcuni alunni che irresponsabilmente lo diffondevano non curandosi che la stessa pubblicazione sarebbe stata passibile di sanzioni disciplinari e legali. Immediatamente convocata, la famiglia di uno degli alunni coinvolti stigmatizza il comportamento del figlio e condanna il comportamento dell’intera classe che, a suo dire, ha incitato il compagno a realizzare il filmato, artificiosamente creato“.