Stefano Tacconi, portiere delle Juventus e della Nazionale negli anni 80, ha visitato ieri l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Accolto all’ingresso monumentale dal direttore generale Michele Giuliani e dal direttore Finanza e Bilancio Giovanni Piano, Tacconi ha visitato le unità di Pediatria ed Oncoematologia Pediatrica, accompagnato da Stefano De Bonis, fiduciario CONI per San Giovanni Rotondo.
Nella sala giochi dell’Oncoematologia Pediatrica ha giocato a biliardino con i piccoli Joseph e Francesca, assieme al primario Stefano Ladogana. Poi ha visitato stanza per stanza i piccoli ricoverati, donando gadget autografati e mettendosi in posa per i selfie con mamme, papà, piccoli, e per la rituale foto di gruppo con medici, infermieri e operatori socio sanitari. Prima di lasciare l’Ospedale, ha replicato lo stesso copione recandosi nell’Unità di Pediatria Generale, dove è stato accolto dal primario Michele Sacco e dalpersonale in servizio.
“Conosco certe situazioni – ha confidato Tacconi nell’intervista finale –, sono più di 40 anni che visito centri specializzati per bambini perché credo che sia un dovere per tutti noi, soprattutto per gli atleti che hanno un nome e sono conosciuti e ammirati da tanti bambini, donare un po’ del proprio tempo per queste iniziative. Credo che una pacca sulla spalla, un saluto, una carezza, o un bel ricordo, siano la cosa più bella da regalare ad una famiglia per alleviare un po’ la sofferenza. Sono vicino a questi bambini, che forse non sanno e non capiscono di avere una male, e penso molto ai genitori che soffrono. La malattia di una bambino credo che sia il dolore più grande per tutta la famiglia”.
Parlando di calcio, Tacconi ha confermato di aver incontrato, anche in reparto, molti bianconeri. “Ho conosciuto tanti ragazzi che vogliono vincere facile, tanti juventini e pochi di altre squadre. Anche la Juve può dare sollievo ai propri piccoli tifosi, perché quando si vince si sta un po’ più sereni”.
In ultimo si è soffermato sulla sua fede e sulla devozione a padre Pio: “Non ho conosciuto personalmente Padre Pio, ma ho incontrato fra Modestino diversi anni fa. Ci ha illustrato la storia e la vita del Santo, raccontandoci gli aneddoti dei combattimenti col diavolo nella sua cella e facendoci visitare la chiesa antica del Santuario. Mia moglie è devota a padre Pio, in casa nostra è molto presente. Io ce l’ho sempre con me, nel mio cuore. Pregherò che non aiuti solo me, e stia vicino a tutti quei bambini”.
“È stato bello conoscere Tacconi, soprattutto per gli adolescenti juventini – ha sottolineato il primario Saverio Ladogana –. Queste iniziative sono molto importanti, perché rappresentano un momento di svago e di gioia che fa parte dell’assistenza globale. Poter fare una foto con un personaggio dello sport, giocarci a biliardino o fare una selfie, credo che siano componenti fondamentali per l’umanizzazione della medicina, che in Casa Sollievo perseguiamo da sempre. L’assistenza ad un bambino con una patologia neoplastica deve per forza fondarsi sulla cura della parte sana del bambino. Ringraziamo Stefano Tacconi per la disponibilità e tutte le altre personalità del mondo dello sport e dello spettacolo che non mancano mai di passare dal nostro reparto, quando sono in visita a San Giovanni Rotondo”.