“Pentitevi di quello che avete fatto. Se avete intenzione di farmi tacere, o farmi quello che avete fatto a mio figlio, sappiate che dopo di me c’è solo la giustizia”. Luisa Lapomarda, madre di Francesco Armiento, 29enne di Mattinata vittima di lupara bianca, torna a rivolgersi agli assassini alla vigilia del terzo anniversario del giovane, svanito nel nulla il 27 giugno 2016.
“Caro figlio mio Francesco, sono 3 anni che ti hanno ucciso, sono 3 anni che anche la nostra esistenza è finita. Tutti siamo morti insieme a te. Che io ti dovessi perdere non l’avrei mai immaginato. Il bene per te non finirà mai. Ogni istante sei nei nostri pensieri. Tutto intorno a noi ci porta a te. Tua sorella piccola, la tua coccolona, fa un enorme sforzo per dimostrarsi forte, lei fa in modo che io non la veda piangere per te. Non esistono parole per poterla confortare, mi sento impotente come non mai. Eravamo una famiglia felice, con tanto amore nonostante tutte le nostre difficoltà, ora non abbiamo più niente. I tuoi assassini hanno spento tutto in noi. I tuoi vestiti sono dove li hai lasciati e là resteranno per sempre. Poi ci sono io che non so cosa fare per te. Ogni sera guardo il cielo come se aspettassi di vederti. Non so dove sia la tua anima ma fa in modo di darmi la forza necessarie e forse mettere nei miei pensieri ciò che devo fare. Mi sento persa senza di te. Sopravvivere senza te è insopportabile, capisci? Non so dove tu sia, chi ti ha ucciso ha commesso ciò che di più atroce un uomo possa fare. Non si può uccidere un essere umano nel modo più assoluto. La crudeltà dei tuoi assassini e al di sopra della sacralità della vita. Mi avete privata di un figlio, avete distrutto il corpo di Francesco. Le vostre mani hanno il suo sangue, non riuscirete mai a lavarle: saranno sempre sporche del suo sangue. Pentitevi di quello che avete fatto. Se avete intenzione di farmi tacere o farmi quello che avete fatto a mio figlio, sappiate che dopo di me c’è solo la giustizia”.