Più che amareggiati gli esponenti di Puglia Popolare per la scelta del sindaco di Torremaggiore Lino Monteleone di non candidarsi alla presidenza della Provincia di Foggia. I cassaniani non hanno gradito il patto siglato con Nicola Gatta, che appare, spiegano in una nota, solo come una “sorta di primo round in relazione ai prossimi appuntamenti elettorali per gli imminenti rinnovi delle consiliature dei comuni di Foggia, San Severo, Lucera e tutti i Comuni chiamati al voto”. “Monteleone non ha avuto coraggio”, è il commento tra i denti. Le strategie del Gladiatore Michele Emiliano che a Taranto appoggia alle provinciali il candidato di Forza Italia in netto contrasto per l’Ilva col piddino sindaco di Taranto Rinaldo Melucci rende oggi tutto molto incerto. La stessa mossa dell’assessore regionale Leo Di Gioia di rompere coi dem potrebbe essere stata ispirata dal governatore, per equilibri più generali nella prospettiva del congresso Pd e delle regionali 2020.
Il coordinatore provinciale Rino de Martino è netto nella sua analisi post consegna delle candidature: “Per scongiurare la diatriba Puglia Popolare aveva proposto, sui tavoli dove le è stato richiesto un parere per affacciare ipotesi alternative e meno politiche, più aderenti cioè alla partita in gioco, una figura come Lino Monteleone, individuato al di fuori dei propri aderenti, considerando il profilo della persona, il voto ponderato da esprimere, ma soprattutto le emergenze di una parte della Capitanata tra le più depresse. La politica ha ritenuto invece di percorrere altre vie, opponendo di fatto il Gargano al Subappennino, in un gioco che difficilmente riuscirà a cogliere il senso vero della competizione, ora come ora consegnato ad una conta di equilibri distanti dal fulcro vero della vicenda che si andrà a consumare, che era e resta sul tipo di soluzione da adottare per affrontare con una candidatura di servizio le complesse problematiche che la Daunia presenta, dai temi nuovi a quelli più atavici. La tensione politica e le congetture sul prossimo futuro, ma anche il senso di appartenenza politico sembrano però aver prevalso, senza mai affrontare e discutere su un minimo di programma operativo”.
Puglia Popolare, insomma, si sgancia dal patto dei due sindaci un tempo entrambi legati al civismo pugliese. Nessuna indicazione di voto. “Puglia Popolare, movimento di estrazione moderata, non legato a vincoli di coalizione, ha per questo scelto di non perseverare su una scelta autonoma, pur avendo raccolto le firme necessarie per concorrere, anche per aver constatato forti veti precostituiti, come le conclusioni cui entrambi gli schieramenti sono pervenuti dimostrano, anche con plateali cambi di rotta e trasformismi dell’ultima ora di scarsa credibilità, perché anche nelle formazioni di nuovo conio ritroviamo oggi uomini buone per tutte le stagioni. In ogni caso, Puglia Popolare rispetta la scelta maturata, in via del tutto autonoma, dal sindaco di Torremaggiore Monteleone, il quale ha ritenuto di voler sostenere il candidato Nicola Gatta. E tuttavia, visto l’andamento delle circostanze e le evoluzioni finali Puglia Popolare reputa non solo giusto ma anche opportuno, non foss’altro per il rispetto che deve ai propri aderenti, non dover dare alcuna indicazione di voto, lasciando liberi i consiglieri che si riconoscono nelle linee tracciate dal Movimento, di esprimersi secondo coscienza, scegliendo cioè liberamente per il dopo Miglio”. La vicenda assicurano dal movimento ispirato da Massimo Cassano che ha piazzato Gianni Stea nella Giunta Emiliano non avrà ripercussioni nei Comuni. “Le provinciali non condizioneranno in nessun caso le scelte dei prossimi appuntamenti elettorali di Foggia, San Severo e Lucera, i cui risultati non si potranno costruire con le alchimie su cui si procura il voto ponderato, ma attraverso voti pieni, espressi da elettori, da contare uno dopo l’altro, in liste che dovranno scegliere di schierarsi per eleggere i successori di Franco Landella, Francesco Miglio e Antonio Tutolo”, è la chiosa.