Si rafforza l’asse criminale tra Foggia e San Severo. Dopo quanto emerso nell’ultima relazione antimafia, nella quale la DIA (Direzione investigativa antimafia, foto in alto) parlava apertamente dei rapporti tra clan dell’Alto Tavoliere e Società Foggiana, spunta ora un pentito che agli investigatori ha consegnato importanti rivelazioni. L’uomo, 37 anni, situato in località protetta, ha raccontato l’ascesa del sanseverese Giuseppe Vincenzo La Piccirella, 60 anni detto “il professore” (al momento ai domiciliari). Quest’ultimo è ora in attesa di giudizio assieme al suo concittadino, Carmine Delli Calici, 44 anni per la presunta estorsione ai danni di un imprenditore dal quale si pretendeva un pizzo di 200mila euro in forma di “risarcimento” per non essersi ritirato dall’acquisto di alcuni terreni a Borgo Incoronata. Per questa vicenda ci sono ben 7 imputati, tra cui il Mammasantissima della mafia foggiana, Rocco Moretti, 68 anni (foto nel riquadro in alto).
Gli altri sono i foggiani Domenico Valentini e Marco Lombardi, 46 e 42 anni e i torremaggioresi, Giovanni Putignano e Nicola Paradiso, 40 e 39 anni.

Moretti ha passato in carcere 27 degli ultimi 29 anni. L’ultima volta fuori, ma in regime di sorveglianza speciale, ci è stato dalla primavera del 2016 all’ottobre 2017 quando fu riportato in cella per l’estorsione all’imprenditore. Circa un anno e mezzo utile a tessere le sue trame, sfruttando anche le difficoltà dei rivali Sinesi-Francavilla che la DIA reputa in affanno a causa della detenzione di tutti i capi: Roberto Sinesi, il figlio Francesco e i fratelli Emiliano e Antonello Francavilla.
“Il porco”, storico soprannome del boss Moretti, avrebbe rafforzato i propri legami con i garganici e i sanseveresi. Proprio a San Severo negli ultimi anni sono stati ammazzati pezzi da novanta come Severino Palumbo nel 2015 e soprattutto Nicola Salvatore detto “Nicolin dieci e dieci”, eliminato in una profumeria insieme alla moglie, nel 2017.
Per la DIA “si continua ad assistere all’ascesa di alcuni gruppi sanseveresi che si starebbero affermando a scapito di altri”. Gli occhi sono puntati soprattutto su La Piccirella, detto “il professore”, vero e proprio “ras” delle slot machine. A novembre 2017, infatti, fu anche arrestato, assieme a Delli Calici, con l’accusa di imporre il pizzo ai titolari delle ditte che installano e gestiscono le macchinette.
La Piccirella, già beccato nella storica inchiesta “Day Before” negli anni ’90, fu condannato a 27 anni per mafia e concorso nell’omicidio di Nazario Palumbo. Fu scarcerato nel settembre 2014. Una volta libero, secondo quanto confermato dal pentito, “il professore” avrebbe acquisito un posto di primo piano nella malavita dell’Alto Tavoliere attraverso il racket e pretendendo la versione di una “tassa” per chiunque voglia spacciare droga in città.

Stando ad una recente inchiesta degli inquirenti, La Piccirella sarebbe vicino a Moretti in quanto coinvolto, assieme al boss foggiano, nel tentativo di estorsione all’imprenditore, per i terreni dell’Incoronata, scoperto ad ottobre 2017. Legami tra i due sarebbero emersi anche durante le indagini sull’omicidio di Matteo Lombardozzi, 50enne di San Severo ucciso il 14 luglio 2017 in un’area di servizio a pochi chilometri dal centro dell’Alto Tavoliere, sulla Statale 16. L’uomo, all’epoca in semi libertà, stava tornando in carcere quando alcuni sicari lo trucidarono a colpi di kalashnikov. Lombardozzi, pregiudicato, era il dipendente “factotum” dell’imprenditore che a ottobre scorso denunciò proprio Rocco Moretti, per estorsioni. Insieme al “Mammasantissima”, finì dietro le sbarre anche Domenico Valentini, classe ’72. L’omicidio Lombardozzi, stando ai ben informati, potrebbe svelare la rete di interessi che legherebbe la mafia foggiana a quella di San Severo, fino ai clan del Gargano.