“Il nostro mare è un patrimonio da difendere ad ogni costo e l’amministrazione comunale di Manfredonia intende andare a fondo della vicenda”. è quanto ha dichiarato il sindaco Angelo Riccardi contestualmente alla revoca dell’ordinanza sindacale n.17 del 16-8-2018 di divieto di balneazione delle acque della riviera di Manfredonia a partire dalla foce del fiume Candelaro fino al lido Nettuno, a seguito di prelievi eseguiti da ARPA Puglia. Un’ordinanza che ha avuto pesanti ripercussioni sull’economia dei tantissimi lidi ed esercizi commerciali presenti nella zona, tanto che il primo cittadino preannuncia l’avvio di un’azione risarcitoria nei confronti di coloro i quali risulteranno responsabili dell’inquinamento delle acque di balneazione del Golfo. “Temiamo – dichiara Riccardi – che i depuratori possano avere un peso significativo sul cattivo stato delle acque di mare rilevato in questi giorni e se dovessero essere accertate le responsabilità, chiameremo in causa AQP per aver creato un danno agli operatori turistici ed all’immagine della città”.
Era dal 2016 che le analisi effettuate da ARPA Puglia, sulla base della programmazione annuale disposta dalla Regione Puglia, restituivano una situazione eccellente sulla qualità del mare del golfo sipontino. I rilevamenti effettuati invece il 14 ed il 17 agosto 2018 hanno evidenziato una situazione critica ed il superamento dei parametri Escherichia Coli ed Enterococchi in diversi punti del litorale hanno imposto l’adozione di ordinanze di divieto temporaneo di balneazione.
“Si tratta di atti dovuti – precisa Riccardi – ai quali un sindaco non può sottrarsi, sia per motivi normativi che di sensibilità personale: la salute viene prima di qualsiasi altra cosa o interesse”.
Ora, però, è il momento di cercare i responsabili dell’avvelenamento. “Abbiamo il dovere– sottolinea il primo cittadino – di tutelare i nostri operatori commerciali, ricettivi ed economici che vivono con i proventi del turismo balneare, così come i cittadini di Manfredonia ed i turisti che hanno il diritto ad avere un litorale pulito. Da tempo stiamo monitorando costantemente il depuratore di Manfredonia gestito da AQP e non permetterò che il nostro lavoro sia vanificato dalla noncuranza e dalla complicità di chi doveva controllare e si è girato dall’altra parte”.
Secondo quanto emerso dalla cospicua documentazione in possesso dell’Assessorato all’Ambiente e dell’Ufficio Ambiente di Palazzo San Domenico, diverse sono le criticità del depuratore di Manfredonia che, come attestato da ARPA Puglia in numerosissime circostanze, è interessato da superamenti dei valori limite allo scarico di diversi inquinanti, tra i quali, appunto, gli Escherichia Coli.
“AQP è stata più volte diffidata dal Comune a rientrare nei parametri di legge – spiega il Dirigente all’Ambiente del comune sipontino Antonello Antonicelli – I nostri reiterati campanelli d’allarme non hanno però sortito alcun effetto e così, a seguito di gravi omissioni ed inadempienze, con nota del 17 agosto 2018, nel diffidare nuovamente AQP al rispetto dei limiti normativamente previsti, abbiamo comunicato a Regione Puglia ed Autorità Idrica Pugliese l’inerzia di AQP chiedendo l’esercizio dei poteri sostitutivi nella qualità di controllori. Nella stessa giornata abbiamo chiesto alla Regione ed alla Provincia di Foggia di porre in essere un piano di monitoraggio straordinario del Candelaro, con particolare riferimento al tratto terminale del fiume “.
“Ho seguito costantemente la vicenda correlata alla balneazione, nei tratti di costa indicati, con interlocuzioni continue con Acquedotto pugliese, Arpa e Capitaneria di porto”, evidenzia l’Assessore all’Ambiente del Comune di Manfredonia Innocenza Starace, che quindi continua: “Il rientro dei valori fa pensare a sversamenti occasionali. Tuttavia non bisogna escludere eventuali responsabilità da accertare per quanto avvenuto e come Amministrazione vogliamo vederci chiaro”.
“È ora che il sistema degli Enti pubblici prenda consapevolezza delle problematiche esistenti e si attivi con tutta la propria determinazione per la risoluzione delle stesse e l’individuazione dei responsabili che dovranno essere perseguiti con il massimo rigore“, ribatte Riccardi.
Manfredonia è la città pugliese con il più alto numero di corsi d’acqua, Carapelle, Cervaro e Candelaro, che in una regione sitibonda devono essere assolutamente una ricchezza e non trasformarsi in un mostro che avvelena il territorio ed il mare. E a tal proposito il sindaco annuncia la possibilità di usufruire a breve di un nuovo strumento quale è il “Contratto di Fiume”, ovvero di un accordo tra soggetti che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque per una programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico.
Intanto, con una lettera a firma del primo cittadino, è partita nei confronti dell’Acquedotto Pugliese la richiesta di fornire ogni tipo di documentazione dalla quale risulti l’attività dei depuratori che gestisce nella zona, che eventualmente scaricano acque di depurazione nel Golfo di Manfredonia.
“Voglio rassicurare i cittadini di Manfredonia che terremo gli occhi bene aperti e che difenderemo il nostro mare in tutte le sedi possibili. A tal proposito chiedo a tutti gli operatori turistici di sostenerci in questa battaglia nei confronti di AQP e di partecipare all’incontro che sarà convocato per martedì 21 agosto presso il Comune di Manfredonia e che avrà come oggetto proprio il grave episodio a danno della nostra economia e dell’immagine della città verificatosi in questi giorni”.