Quelle della politica “sono solo favolette”? Alcune sì e sono state raccolte in un godibile pamphlet dal coordinatore provinciale di Forza Italia Raffaele Di Mauro, che sin da piccolo ama scrivere filastrocche e brevi fiabe. Il libro, edito da Il Castello Edizione di Antonio Blasotta, si chiama “La grandezza dei nani. Piccola raccolta di favole politiche” ed è stato presentato ieri all’Auditorium Santa Chiara insieme al coordinatore regionale, il senatore Gino Vitali, dinanzi ad una platea qualificata di possibili federatori del centrodestra per il dopo Franco Landella e di big player per le prossime amministrative regionali e locali nelle altre città della pentapoli. Tutti nelle primissime file. Dall’avvocato Tonio Ciarambino al presidente del Consiglio Luigi Miranda e il consigliere regionale Giannicola De Leonardis, fino ai leghisti al completo, con i due eletti Antonio Vigiano e Joseph Splendido, il coordinatore e il vice Silvano Contini e Gianfranco Fariello. Da San Severo Rosa Caposiena e suo padre Fernando, insieme a Francesco Stefanetti, Leo Lallo e Soccorsa Chaiarappa, da Lucera Fabio Valerio, da Cerignola Antonio Grillo. Presenti anche il consigliere provinciale Pasquale Cataneo e tanti altri dirigenti e militanti azzurri insieme ad alcuni osservatori della politica locale, come Sario Masi, il sindacalista Sergio Colecchia, il direttore di Confartigianato Nicola Di Franza, accompagnato da Gianni Mongelli e l’ex parlamentare Antonio Pepe. Con loro, invitati, anche gli esponenti del Pd, rappresentato dal segretario dei Gd regionali Francesco Di Noia, il segretario cittadino Davide Emanuele, il delegato Ugo Fragassi e il direttore del Polo museale di Manfredonia Alfredo Di Biase.
Grande assente proprio Landella insieme a grossi pezzi della sua giunta e della sua maggioranza consiliare. Tanti i temi affrontati nel corso della presentazione. I quattro racconti, che ricalcano lo stile classico delle favole di Fedro e delle operette morali latine riportando la politica al centro come nella miglior tradizione orwelliana , descrivono la grandezza di taluni che alla fine della fiera si dimostrano dei nani, proiettando nella realtà i difetti più grossolani della politica. I personaggi, dall’Onorevole Papuzzi a Gioacchino il presidente, vivono il peggio della politica, ossia la ubris e dalla ricerca del potere per il potere, l’adulazione spicciola, la maldicenza, la diceria, il pettegolezza come arma per ferire gli avversari, l’ingordigia.
Nelle 4 favole Di Mauro conferma un dato teorizzato oggi dai massimi filosofi che stanno studiando il populismo e l’unicum italiano nel mondo del governo gialloverde. Anche Di Mauro si presenta di sinistra sul piano sociale quando incita i personaggi a far politica per il bene della povera gente, e di destra sul piano culturale quando spinge ad un ritorno ai valori della tradizione, della famiglia e dell’identità. “Per ritrovare umanità, vado a fare la fila alle Poste”, spiega col sorriso. “La semplicità dei miei personaggi viene dai sani valori della vita cristiana, contro una politica in cui si perde il proprio tempo ad ingrossar l’ego”.
Ma chi sono i caratteri delle favole di Di Mauro? Chi è Papuzzi o il sindaco Pappate? Chi è il Topolino Tommasino? Ogni lettore potrà intravedere il politico che vorrà. Vitali dal suo canto, con la segreteria regionale traballante, ha sottolineato che il centrodestra dovrebbe interrogarsi più sul perché la Lega non sfonda al Sud anziché dubitare sul futuro di Forza Italia. Berlusconi saprà ancora sorprendere, è la sua certezza. “Invece di togliere le prime due file e sostituirle, dobbiamo parlare di merito. Posso ben dire di aver messo in campo per le Politiche delle candidature di giovani, e Di Mauro lo dimostra, il 40% delle liste era rappresentato da giovani in Puglia”, ha rivendicato.