Sono innumerevoli e impensate le utenze idriche e fognanti che il Comune di Foggia da decenni paga non solo ai propri immobili, alle scuole elementari, alle palestre della città e alle sedi di depositi cartacei, ma anche a privati cittadini, negozianti ed associazioni o enti benefici, con contratti ormai consolidati in locali della Cei. L’amministrazione Landella con i dirigenti Ernesto Festa, Carlo Dicesare e Maurizio Guadagno delegato al patrimonio, sta facendo un primo screening; la Corte dei Conti col Salva Enti impone di azzerare tutti i fitti passivi. Molto è stato già fatto sul fronte privato dell’emergenza abitativa. I contratti 2+2, avviati con l’amministrazione Mongelli e con la consigliera delegata Annarita Palmieri e ormai scaduti qualche anno fa, non sono stati più rinnovati, scegliendo la modalità del contributo locativo non superiore ai 350 euro a famiglia. Nel 2011 si predispose un contratto di locazione inerente i locali siti tra via Tangente Settentrionale e via Gorizia di proprietà’ della società ”Zanasi e Moschella” adibiti a sezioni di scuola dell’infanzia statale, con annessa sala mensa e dipendenti dal circolo didattico ”Garibaldi” insieme al contratto di locazione inerente i locali in via D’Adduzio dal n.28 al n.44 di proprietà di Vincenzo Trisciuoglio, adibiti ad uso scolastico già destinati alla scuola media statale ”Murialdo” e utilizzati da alcune sezioni della scuola elementare ”Leopardi”. Qualche mese fa, lo scorso 20 marzo, proprio il segretario Guadagno, che da oltre 2 anni dovrebbe consegnare un piano dettagliato patrimoniale dell’Ente, ha affidato alla ditta Gies srl Gruppo Informatica e Servizi di Gualdicciolo della Repubblica di San Marino il servizio di aggiornamento della banca del patrimonio immobiliare dell’Ente con redazione del conto patrimonio e con i relativi allegati riferiti all’anno 2017 per l’importo di 37mila euro. Non c’è comunque una strategia univoca dettata dalla governance Landella. In alcuni casi il Comune ha preferito andare in fitto, in altri ha sospeso il contratto di locazione, in altri ancora affida ad associazioni spazi pubblici con convenzioni ad hoc.
Nel 2015 ad esempio gli uffici del centro territoriale per l’impiego, dopo una parentesi in Via Miranda nella sede amministrativa dell’Amiu Puglia, sono stati nuovamente trasferiti in Via San Severo, dove il Comune paga alla ditta Valverdino Srl di Foggia un canone mensile di 4.960 euro oltre Iva e rivalutazione Istat. È scaduto il contratto comunale di 6 anni in Via Cantù e sono in cerca di una nuova sede i volontari della Fondazione Buon samaritano, ma all’associazione Fareambiente l’amministrazione ha di recente affidato un capannone comunale in Via San Severo in cui riporre i propri mezzi. La ex palazzina di Viale Sant’Alfonso, nota per i furbetti del cartellino, è diventata sede di numerose associazioni di Protezione Civile, alle quali il Comune paga tutte le utenze.
Sull’acqua continuano ad esserci moltissime ambiguità. Non solo all’ex distretto militare dove mancano ancora gli allacci. Tutte le associazioni che hanno ancora sede nella vecchia Cittadella della Solidarietà e del Volontariato delle piastre del Candelaro non hanno delle utenze idriche proprie. Tra i privilegiati a spese del Comune c’è una abitazione all’ex Onpi, la palestra Taralli, i locali della Cei di Corso Vittorio Emanuele dal numero 108 al 118, il Centro sociale in Via Lucera/Via Candelaro, il signor Borrelli in Via Ricciardi, tutte le casette abusive di Borgo Croci allacciate direttamente all’idrante, i mini alloggi di Via Sturzo, gli sfrattati in Viale Fortore, una abitazione in Via Bracciale, l’Assori in Piazza de Gasperi, l’erboristeria in Via Oberdan 21 e un altro locale sempre nella stessa via al civico 15, le case minime di Via Perosi e molto altro.
Sulla tematica e sull’affaire Caserma Oddone il capogruppo dei Fratelli d’Italia Giuseppe Mainiero oppositore numero uno dell’amministrazione Landella ha quest’oggi presentato un esposto alla Corte dei Conti. “L’ex Distretto Militare di Foggia potrebbe tornare in qualsiasi momento al Demanio dello Stato grazie alla sciatteria dell’amministrazione Landella e del suo Segretario Generale- scrive il commercialista meloniano- Gli atti sottoscritti dal Comune di Foggia parlano chiaro. Nel verbale di consegna dell’ex Caserma Oddone da parte della Direzione Regionale della Puglia e Basilicata del Demanio al Comune di Foggia, firmato in data 28/05/2015, si conveniva, all’art. 3, che: “trascorsi tre anni dal trasferimento, qualora all’esito di apposito monitoraggio effettuato dall’Agenzia del Demanio risultasse che il Comune di Foggia non utilizzi il compendio oggetto del presente provvedimento lo stesso rientrerà nella proprietà dello Stato. Ad oggi l’ex Distretto Militare non è destinato per finalità istituzionali, come deliberato dal Consiglio comunale in data 20/03/2015 ospitando numerose famiglie che utilizzano la struttura come propria residenza e lo stesso Comune di Foggia non ha dato effettività alla finalità pubblico-istituzionale, nonostante l’ex Caserma “Oddone” fosse entrata a far parte del patrimonio disponibile dell’Ente. A confermalo è il Tar della Puglia di Bari, che recentemente ha sospeso l’efficacia delle Ordinanze di sgombero firmate dal Segretario Generale dott. Maurizio Guadagno, eccependo il fatto che il Comune di Foggia non avendo perfezionato gli atti non sarebbe stato nella titolarità del cosiddetto “potere diautotutela pubblicistica”. Per tali ragioni il Tar della Puglia di Bari ha sollevato un difetto di giurisdizione sostenendo che questa materia sia competenza del Giudice Ordinario e non della magistratura amministrativa. Un pasticcio che farà perdere al Comune di Foggia un bene importante, con conseguente danno erariale, per il quale ho provveduto ad inoltrare formale esposto alla Procura Generale della Corte dei Conti. Il Comune di Foggia, con note del 21/07/2015, intimava infatti alle famiglie residenti nell’ex Distretto Militare di rilasciare i relativi locali entro la data del 31 Agosto 2015, per poi inviare altra comunicazione di segno opposto, in data 3/11/2015, attraverso la quale invitava le famiglie ad effettuare a proprie spese i lavori di collegamento delle singole utenze di energia elettrica ed idrica, senza, però, reiterare la richiesta di rilascio dei relativi locali”.
Nonostante il TAR Puglia abbia stabilito che il costo delle forniture domestiche debba essere sostenuto dai dalle famiglie che hanno impugnato le Ordinanze di sgombero poi “congelate” le utenze dell’acqua sono state regolarmente quietanzate dal Comune di Foggia, cagionando un evidente “danno erariale” all’Ente, secondo Mainiero. Le bollette dell’acqua e altre fatture, per svariate decine di migliaia di euro, sono state “illegittimamente” pagate dal Comune di Foggia, senza che il Segretario Generale, responsabile del Patrimonio procedesse “all’inoltro” ai residenti così come stabilito dal TAR PUGLIA. “All’esposto inoltrato alla Corte dei Conti ho altresì allegato un elenco completo delle utenze idriche intestate al Comune di Foggia dove si evidenzia come l’Ente continui ad essere intestatario di utenze ad uso esclusivo di privati siano esse civili abitazione, anche abusive, associazioni, e locali adibiti addirittura ad attività commerciali. Ma l’aspetto più inquietante è che il Comune di Foggia avrebbe potuto risolvere agevolmente l’intera vicenda degli occupanti l’ex Distretto Militare disponendo di ben 30 alloggi, che oggi sarebbero potuti essere ultimati, se solo l’Amministrazione Landella ed il “suo” Segretario Generale avessero dato attuazione agli atti amministrativi già in essere dalla precedente amministrazione”.