Fa discutere la deliberazione di Giunta regionale sulla procedura di Via di competenza statale relativa ad un impianto eolico da realizzare nel Comune di San Severo in località La Penna, costituito da 14 aerogeneratori per una potenza complessiva di 47,6 MW. Le nuove pale saranno targate Tozzi Green S.p.a. che già ha nel territorio daunio dei parchi nei pressi di Borgo Libertà. I due assessori regionali Raffaele Piemontese e Leo Di Gioia, come già per i rifiuti romani, non si sono opposti.
La holding dell’energia ha ottenuto in febbraio un primo via libera procedimentale da parte della Sezione Autorizzazioni Ambientali, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. L’Arpa inoltre ha comunicato che le opere da realizzare nel loro insieme non ricadono in nessuna delle zone, che il Piano Regionale di Tutela delle Acque sottopone a tutela, pertanto, l’intervento non necessita di parere di compatibilità al PTA . 58 delle NTA del vigente Piano Urbanistico Generale.
Solo la Sezione Autorizzazioni Ambientali del Comune di San Severo si era dichiarata “non favorevole” alla realizzazione dell’impianto eolico in quanto in contrasto con le previsioni dell’art. 58 delle NTA del vigente Piano Urbanistico Generale. Tuttavia comunicava alla Regione di essere disponibile “a valutare una localizzazione alternativa compatibile con il sistema degli edifici rurali classificati dal Pug e con la rete dei tratturi”.
Ebbene gli uffici regionali hanno espresso invece giudizio positivo di compatibilità ambientale per l’impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica, ma hanno bocciato 6 pale sulle 14 previste. Solo 8 hanno ottenuto l’autorizzazione. Molti agricoltori mostrano dubbi e titubanze perché quella località è ricca di vigneti e uliveti. Queste colture potranno convivere con le pale? Possono i fertili terreni di San Severo, dall’agricoltura ricchissima, trasformarsi gradatamente in aree per la produzione di energia o per il trattamento dei rifiuti?
Intanto continua l’opposizione a San Severo all’impianto solare termodinamico della 3SP srl a concentrazione da 10 MWe e di una coltivazione di erbe officinali negli spazi tra gli eliostati localizzato nei pressi della centrale termoelettrica di San Severo collegato alla centrale per l’approvvigionamento dell’acqua e per l’immissione dell’energia elettrica nella rete. Il coordinamento scientifico di Fareambiente ha espresso parere negativo per una serie di componenti negative e per il cumulo di impatto con la centrale turbogas esistente.
“L’impianto in oggetto funziona in parte con energia termodinamica solare ed in parte con alimentazione da fonti fossili a gas metano- osserva il tecnico Francesco Bacchelli- L’impianto occuperebbe una superficie di 80/100, con conseguente consumo esagerato di suolo. Nelle tubazioni inoltre si muove un fluido di sali fusi con temperatura superiore a 550 che si accumula dentro delle vasche e restituisce il calore anche di notte. Gli specchi convergenti inoltre concentrano i raggi verso una torre alta oltre 100 metri di altezza che così facendo riscalda il suddetto fluido. Tutto l’impianto si comporta in base ad alcuni studi americani come un enorme barbecue, l’avifauna che si trovasse a transitare in quell’area verrebbe letteralmente arrostita. L’impianto è impattante inoltre perché fa cumulo con la centrale turbogas esistente. La possibilità che si verifichi una modifica del microclima è piuttosto fondata con l’innalzamento locale della temperatura. Si evidenziano inoltre le negatività dovute alla eccessiva superficie impermeabilizzata del sito che non permetterebbe la infiltrazione efficace delle acque meteoriche e limitazione della ricarica delle acque di falda. La rilevante superficie degli specchi creerebbe inoltre un ruscellamento diffuso delle acque meteoriche con dissesto del suolo diffuso”.