Il mondo dell’informazione locale è in fermento. Le prossime competizioni elettorali, a cui potrebbero aggiungersi le nuove Politiche d’autunno, stanno accelerando quanti cercano spazi di visibilità per diffondere i propri contenuti. Qualche sera fa si è tenuta a Foggia nell’auditorium Santa Chiara la tappa foggiana per i 130 anni della Gazzetta del Mezzogiorno con una parata istituzionale a dialogare col direttore Giuseppe De Tomaso. “Il vero algoritmo può garantirlo solo la qualità. I paesi che non si informano coi giornali hanno seri problemi di populismo. La tradizione meridionalistica, tutto il passato per noi è stato glorioso”, ha detto il direttore, ammettendo la riduzione del “lettorato” della carta. “L’indice di ricchezza è correlato all’indice di lettura, la sfida non è solo corporativa. Nessuno può pensare di sfidare le tecnologie, ma esse non possono fare a meno della salvezza delle democrazie, ossia l’informazione. Vogliamo continuare ad innovarci senza perdere il brand di territorio”.
Sul palco si sono avvicendati molti ospiti istituzionali, tra cui il sindaco Franco Landella e l’Arcivescovo Vincenzo Pelvi. “La verità sola rende libera la città. Non deve mai spezzare la bellezza della relazione, non bisogna lasciare alimentare la sfiducia, la paura e l’odio. Ognuno è responsabile nella ricerca della verità. Come si rinnova la storia di questo giornale? Da strumento deve diventare un tessuto connettivo”, ha detto il Vescovo. Insomma, nessun dato diffusionale sul giornale o riflessione sulla professione giornalistica costretta a vivere sui social.
È stata un piccolo terremoto nel panorama televisivo locale ieri la decisione dell’ex sindaco Gianni Mongelli e soci di dimettersi dalla partnership con la TeleFoggia dello storico editore Gianni Mongiello. Una notizia inattesa dai giornalisti di TeleFoggia, che l’hanno appresa pochi minuti prima dell’annuncio ufficiale apparso sui social.
In questi mesi sta tentando di rafforzarsi, dal punto di vista contenutistico, Teleblu dell’imprenditore della sanità privata fresco di nomina Potito Salatto, con nuove collaborazioni e nuovi format sperimentali, laddove invece il “polo unico” Teleradioerre-Teledauna, annunciato due anni fa ha dovuto scontare le tristi e note problematiche giudiziarie di Massimo Curci. Volti storici da Prima Repubblica come gli editorialisti Micky de Finis e Michele Loffredo si sono trasferiti su SharingTv nella speranza di integrare comunicazione politica ed informazione. In città si “agitano” tanti potenziali editori, con orizzonte temporale Regionali 2020, il cui scopo è bissare a livello locale, con le dovute proporzioni ovviamente, l’esperienza della Casaleggio&Associati.
Come si diventa “influencer” politici? Come si condiziona l’agenda istituzionale e l’opinione pubblica? Come vincere le elezioni contro il M5S o condizionando gli stessi grillini? Non è escluso che l’ex sindaco Mongelli, con tutto il blocco di interessi della Confartigianato, con i suoi format possa trasferirsi proprio a Teleradioerre, ormai senza regia, collaborando anche con la carta stampata, in una osmosi moltiplicativa di contenuti e temi da spalmare e replicare su piattaforme diverse. “Solo voci per ora, di concreto nulla”, taglia corto il direttore Saverio Serlenga. Uno dei soci dell’avventura di TeleFoggia, l’imprenditore Marco Insalata, è secco: “Non siamo interessati all’editoria”.
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(foto in alto di Michele Sepalone)