Spietati e pronti a tutto pur di esaudire la loro sete di vendetta. I sicari della mafia foggiana non hanno avuto alcuna pietà delle vittime dell’agguato al bar H24 di via San Severo a Foggia. Nel processo a carico dei cugini Sinesi e Patrizio Villani, sono raccontati gli ultimi tragici momenti di vita del 21enne Roberto Tizzano, barbaramente ammazzato in quel locale mentre era in compagnia di Roberto Bruno, quest’ultimo miracolosamente scampato alla morte nonostante le gravi ferite riportate. Tutta la drammaticità di quell’agguato è raccontata nelle decine di intercettazioni ambientali raccolte dagli investigatori. Era il 29 ottobre 2016 quando due killer (per l’accusa uno dei quali, il sammarchese Villani, ndr) entrarono nel bar nel primissimo pomeriggio per eliminare Roberto Tizzano e Roberto Bruno, entrambi 21enni, ritenuti vicini al gruppo dei Moretti-Pellegrino-Lanza. Un’azione sanguinaria che sarebbe stata orchestrata da Francesco Sinesi per vendicare il tentato omicidio del padre, Roberto Sinesi del 6 settembre precedente.
I sicari fecero irruzione nell’H24 sparando all’impazzata. Tizzano perse la vita durante il trasporto in ospedale mentre Bruno fu salvato dai medici. Tra intercettazioni e testimonianze, il processo sta raccontando ogni momento di quel tragico pomeriggio. Il 31 ottobre successivo, grazie ad una microspia piazzata dove era ricoverato Roberto Bruno, gli investigatori captarono una conversazione tra una donna e due uomini. Argomento di discussione, la sparatoria nel bar.
La donna: “Che bastardi…” Uomo 1: “Non ci ha fatto chiudere la porta, con il calcio hanno sfondato la porta e lui ha fatto ‘no, no, non lo sparate’ e Roberto diceva ‘infamoni’, da terra Roberto diceva ‘sto infamone, vieni qua’ e Roberto Tizzano diceva ‘non lo sparare, non sparare’. E quello l’ha sparato”. La donna: “Madonna mia”. Uomo 2: “Roberto nostro diceva le parole?” Uomo 1: “Ha sentito a Roberto che diceva ‘no, non lo sparare, non lo sparare, non c’entra niente, non lo sparare’. E Roberto da terra che l’avevano già preso: ‘infamone, vieni da me infamone’” Uomo 2: “Io so che è il contrario” Uomo 1: “No, me l’ha detto oggi… (segue nome di una persona). Comunque oggi ha detto che Roberto diceva ‘non lo sparare, non lo sparare’ e quello l’ha sparato”. La donna: “Può essere che l’avrà detto sicuramente”. Uomo 1: “Dice che ha fatto così con le mani (fa dei gesti, ndr) ‘non lo sparare, non lo sparare’ e quello l’ha sparato. E Roberto da terra ha detto: ‘infamone, vieni da me’. E mentre se ne andavano quello ha menato l’ultima botta (proiettile, ndr)”. Uomo 2: “Vedi un poco…” Uomo 1: “Correndo, correndo ci hanno dato l’ultima botta, hai capito?” La donna: “Ce l’avessi qua, a lui una botta ce la menavo…” Uomo 2: “No, a quelli li devi far morire piano piano”.