Consorzio ASI, l’Autorità anticorruzione: “Inconferibile l’incarico di presidente a Riccardi”

La battaglia era stata intrapresa dal Movimento 5 stelle. Il sindaco: “Per me non cambia…”

L’Autorità anticorruzione (ANAC) ha stabilito che era inconferibile l’incarico di presidente del Consorzio ASI al sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi. E che il contratto è nullo. La battaglia era stata intrapresa dal Movimento 5 stelle. “Ma per me non cambia, Anac sbaglia …”, si limita a commentare il primo cittadino sipontino a l’Immediato.

Questo un estratto della Delibera ANAC numero 453 del 09 maggio 2018 relativa all’accertamento della inconferibilità di cui all’art. 7, comma 2, lett. c) del d.lgs. 39/2013, con riferimento alla posizione del Presidente del Consorzio: “La norma di cui all’art. 7, comma 2 del d.lgs. n. 39/13 sopra citata prevede, quale requisito di provenienza ai fini della sussistenza della suddetta causa di inconferibilità, l’aver fatto parte, nell’anno precedente l’attribuzione dell’incarico “… della giunta o del consiglio di una provincia, di un comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di una forma associativa tra comuni avente la medesima popolazione, nella stessa regione dell’amministrazione locale che conferisce l’incarico”.

Ebbene, nel caso di specie, il sig. Riccardi, all’atto del conferimento dell’incarico di Presidente del Consorzio ASI era già Sindaco di Manfredonia, comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti ricadente nell’ambito della provincia di omissis.
Giova evidenziare che l’inconferibilità dell’incarico vale anche per chi, all’atto del conferimento, rivesta ancora una delle cariche elencate all’art. 7, comma 2, ostative al conferimento dell’incarico di amministratore e non soltanto per chi abbia esaurito la stessa nell’anno precedente. Anzi, la situazione di chi ancora rivesta la carica ostativa assume maggior pregnanza in relazione alle finalità di prevenzione dei fenomeni corruttivi cui la legge è rivolta”.

La nota del Consorzio ASI

Inaspettato quanto abnorme e sproporzionato il provvedimento dell’Anac che non va, peraltro, confuso con una sentenza senza appello. Infatti il provvedimento dell’Autorità è solo l’epilogo di un procedimento di accertamento che non determina alcuna automatica rimozione o decadenza dall’incarico, prerogativa che spetta al Responsabile del Piano Anticorruzione che, invece, ha sempre sostenuto la conferibilità dell’incarico ed ha sempre contrastato l’atteggiamento miope e superficiale dell’ANAC che, nel merito della vicenda, accerta l’ipotesi di inconferibilità senza entrare nel merito della vicenda specifica e senza tener conto delle peculiarità del Consorzio ASI di Foggia che lo distingue, per via di apposita legge regionale, da tutte le altre realtà nazionali. Basti pensare che è la stessa Legge Regionale che impone che la rappresentanza del Consorzio sia garantita dai rappresentanti legali degli enti consorziati più rappresentativi a livello locale. In pratica è un provvedimento paradossale e sproporzionato che, come di consueto, penalizza le nostre realtà e mira a vanificare tutti gli sforzi e gli impegni profusi sino ad oggi da tutti i Consigli di Amministrazione che si sono avvicendati al Consorzio e che sono stati rappresntati da sindaci e presidenti di provincia pro tempore in carica. Contro tale provvedimento sarà adita tempestivamente l’Autorità Giudiziaria Amministrativa per rimuovere gli effetti di un atto viziato da eccesso di delega e potere, oltre che di competenza.