Accordo tra DDA e avvocati difensori: il 42enne Roberto Marino, imprenditore di San Severo, patteggia una pena di 2 anni di reclusione per la nube tossica che imperversò in via Castelluccio a Foggia nell’ottobre 2016. Marino è il principale indagato in “Black Fire”, inchiesta dei carabinieri sui rifiuti sversati illecitamente nella periferia del capoluogo dauno. Il gup di Bari si pronuncerà sulla proposta di patteggiamento nell’udienza di luglio.
Risale al 9 maggio scorso l’operazione dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari del Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente e del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, che nel proseguo dell’attività investigativa convenzionalmente denominata “Black Fire” hanno eseguito, su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, 4 ordinanze di custodia cautelare a personaggi di spicco della criminalità foggiana già pluripregiudicati per reati inerenti sostanze stupefacenti, reati contro il patrimonio e truffa, lesioni e minacce, oltre che reati ambientali specifici come gestione illecita di rifiuti speciali. Agli arresti proprio Roberto Marino, legale rappresentante della società per esercizio di messa in riserva finalizzata al recupero dei rifiuti con sede operativa corrente a San Severo, e i braccianti agricoli Celestino Magnatta (68 anni) e Angelo Barbera (48), gestori di fatto di un fondo agricolo adibito a deposito e smaltimento illecito di rifiuti speciali.
Stando all’inchiesta, l’organizzazione, al fine di conseguire un ingiusto profitto rappresentato dal risparmio di spesa derivante dalla mancata attivazione delle corrette procedure di gestione dei rifiuti prescritte dalla legge, con più operazioni e attraverso l’allestimento di mezzi ed attività continuative organizzate, avrebbe gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali conferiti dalla società “Marino srl” di San Severo, trasportandoli e incendiandoli illecitamente in agro di San Severo, Apricena, Torremaggiore e Foggia.
Più precisamente, i rifiuti speciali in balle, per lo più composti da materiale plastico ed indifferenziato, provenienti dalla raccolta differenziata effettuata nei comuni del capoluogo dauno, dopo essere stati raccolti e trasportati dalla società “Autotrasporti Marino Roberto” presso il sito di stoccaggio della società per recupero rifiuti “Marino srl”, invece di essere conferiti presso le discariche autorizzate, con il favore della notte sono stati trasportati ed abbandonati su terreni coltivati e dati alle fiamme oppure sono stati trasportati e stoccati per qualche settimana presso capannoni abbandonati occupati abusivamente per poi essere ivi completamente incendiati.
Nella stessa operazione sono stati posti i sigilli ad una intera azienda per la gestione rifiuti, conti correnti bancari ed automezzi pesanti per un valore totale di euro 1.500.000, i cui proventi verranno utilizzati per riparare il danno ambientale. Incalcolabile rimane il danno alla salute per tutti quei cittadini costretti a respirare residui di combustione incontrollata di rifiuti.