
Nelle 51 pagine dell’ordinanza sull’operazione “Mercanti nel Tempio” emerge un quadro chiaro del sistema corruttivo in atto in provincia di Foggia. Protagonisti in negativo ispettori del lavoro, consulenti, imprese e persino rappresentanti delle forze dell’ordine. Antonio Schiavone nato nel ’58, di Carapelle e ispettore del lavoro a Foggia, è tra i personaggi al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza. Stando alle carte del gip Bencivenga (pm Ramundo e Gallone), Schiavone avrebbe alterato le risultanze dell’ispezione condotta a carico dell’impresa individuale di costruzioni di Pietro Bevilacqua impegnata presso il cantiere dell’albergo “Hotel Sfinalicchio” a Vieste. Attraverso “atto contrario ai propri doveri di ufficio, Schiavone riceveva la promessa da parte di Graziano Del Duca, coordinatore per la sicurezza della predetta impresa individuale, di un’utilita consistente nel mediare presso altri soggetti, tra cui pubblici ufficiali, al fine di ottenere la vittoria da parte di L.Schiavone, figlio di Antonio Schiavone, del concorso pubblico per l’accesso ai ruoli della Marina Militare – VFP4 – indetto con decreto interdirigenziale nr. 32 del Ministero della Difesa. Accadeva, in particolare, che l’ispettore Schiavone, ad esito della predetta ispezione, come corrispettivo dell’interessamento di Del Duca, ometteva di accertare, nel verbale di primo accesso prot. 016/041 e nei successivi atti del procedimento, violazioni per lavoratori irregolari, piano di sicurezza non rispettato e mancata indicazione dell’impresa esecutrice dei lavori”.
Bottiglie di vino e cartoni di mozzarelle
Nell’occhio del ciclone anche l’ispettore Vincenzo Sabatino che “avrebbe alterato le risultanze dell’ispezione condotta a carico dell’impresa individuale di costruzioni di Alessandro Giacci presso un cantiere di Marina di Chieuti, omettendo violazioni come la mancata nomina del medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria, la posizione irregolare di due lavoratori stranieri, privi di visita medica preventiva, assenza del piano operativo di sicurezza, assenza del piano di montaggio, uso e smontaggio ricevendo in cambio da Antonio Tartaglia, consulente della sicurezza dell’impresa individuale, bottiglie di vino e cartoni di mozzarelle”.
Il trucchetto per evitare decurtazione punti dalla patente
Antonio Tartaglia, Marco Contegreco e Antonio Cocca agenti della Polizia Locale di Torremaggiore – stando all’ordinanza – “omisero di comunicare la decurtazione di 2 punti dalla patente di guida della figlia di Schiavone procurandole ingiusto vantaggio. Su iniziativa di Tartaglia, Cocca per il tramite di Contegreco indicò quale trasgressore del codice della strada “A. Schisvone” in luogo di “A. Schiavone” impedendo all’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida di operare la dovuta decurtazione. Un piccolo refuso, insomma, per salvare due punti dalla patente della ragazza.
Le soffiate del carabiniere all’Ispettorato
“Quelli sono venuti qua con la scusa del calendario per verificare lo stato dell’ufficio”. Così Luigi Tannoia, luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, “rivelò – è scritto nelle carte del gip – che militari da lui personalmente conosciuti e in forza alla pg operante (Nucleo PT GdF Foggia) in occasione della consegna del calendario augurale di fine anno occorsa il 15 dicembre 2016, avevano nella circostanza eseguito un sopralluogo con finalità investigative specificando che il reparto di appartenenza dei militari si occupava di investigazioni di natura complessa, mentre la consegna dei calendari augurali era di norma effettuata da personale non operativo e in uniforme e non, come si era verificato il 15 dicembre 2016 da un capitano e un luogotenente in abiti borghesi”.
Il carabiniere raccomandava anche di prestare attenzione a qualunque attività tecnica esterna: “Rimanete un poco con le orecchie tese per vedere se ci sta gente strana che entra in ufficio con qualsiasi scusa che ne so… il tecnico del telefono o cose e che ti viene a mettere… bisogna seguirlo passo passo per vedere quello che…” E ancora: “Se devono lavorare e devono mettere la telecamera, devono lavorare sulla linea telefonica, devono far vedere che fanno qualche cosa per poter…”
Suggeriva anche le attività utili a scongiurare eventuali movimenti di natura investigativa: “Se lei ci mette sempre il marcatore fisso ad uomo sopra… quelli non possono muoversi in una certa maniera”.
Le conclusioni del giudice
“Le captazioni telefoniche ed i successivi e conseguenti accertamenti di riscontro – spiega il giudice -, hanno fatto emergere l’esistenza di un allarmante ed illecito ‘accomodamento’ di attività ispettive in materia di lavoro da parte degli ispettori indagati, compulsati da consulenti infedeli, concretizzatasi in gravi condotte di corruzione, induzione indebita, abuso di ufficio, falsità ideologiche, rivelazione di segreti. Inoltre, sempre dall’attività di indagine, sono emersi elementi a carico dei tre ispettori Sabatino, Schiavone e Capacchione, per delitti in materia di truffa aggravata con riferimento all’indebita percezione di indennità legate all’uso del ‘mezzo proprio’. Ed ancora, condotte di favoreggiamento in una delicata fase dell’attivita investigativa a carico di altro pubblico ufficiale responsabile del Nucleo lnvestigativo del Lavoro dell’Arma dei Carabinieri di Foggia, Luigi Tannoia”.