Un chilo di cocaina, un drone come sentinella per controllare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine, un jammer come disturbatore di frequenze, 5mila capsule vuote per infilare dosi di cocaina e, infine, armi. Tante armi. È questo il materiale rinvenuto dai carabinieri nel soffitto dell’abitazione di Giovanni Surano, classe ’84, pregiudicato del posto, già individuato tra i soggetti vicini a Marco Raduano, boss di Vieste detto “faccia d’angelo”, tuttora ristretto in carcere a seguito della dimostrata indifferenza agli obblighi impostigli con la sottoposizione alla misura della sorveglianza speciale di p.s..
Dopo la nota stampa di ieri del Comando provinciale dei carabinieri, stamattina il colonnello Marco Aquilio ha mostrato le armi alla stampa evidenziato l’impegno nell’Arma nel disarcionare il crimine sul Gargano. Attraverso elicotteri, militari delle compagnie locali e Cacciatori, le forze dell’ordine stanno setacciando a tutto spiano Vieste, senza lasciare nulla al caso. Nello specifico è stato cinturato il quartiere ottocentesco, nella zona dove è avvenuto l’ultimo omicidio, quello di Antonio Fabbiano. Nell’ambito di questi serrati controlli, si è quindi arrivati all’arresto di Surano, pezzo di rilievo del clan Raduano. L’operazione di ieri è servita a disarmare, almeno in parte, quella organizzazione criminale. Ora le armi, tra cui 5 pistole, un fucile a pompa e AK-74 con il silenziatore (tipo kalashnikov ma con calibro diverso) saranno inviate a Roma per accertamenti balistici, dattiloscopici e per i rilievi del DNA.