Pietramontecorvino, troppi candidati contro Giallella. Lamarucciola: non ha senso dividerci in 3 liste

La candidatura a sindaco della giovane professionista pentastellata Gisella Carchia sta scardinando i piani di coloro che volevano contrapporsi al primo cittadino uscente

La candidatura a sindaco della giovane professionista pentastellata Gisella Carchia a Pietramontecorvino sta scardinando i piani di coloro che volevano contrapporsi al primo cittadino uscente piddino Raimondo Giallella. In un paese di 2700 abitanti, di cui circa 1900 votanti, è inconcepibile andare con 3 liste da 10 candidati+1 candidato sindaco in antitesi a Giallella, ma è quello che sta per accadere se nessuno dei contendenti farà un passo indietro. Questa sera l’ex sindaco Rino Lamarucciola terrà un incontro con alcuni giovani per decidere se è il caso di correre per la poltrona da primo cittadino o ritirarsi. La frammentazione potrebbe agevolare l’amministrazione in carica.

Dall’altro lato il bancario Alfonso Piccirillo non sembra orientato a ritirarsi e potrebbe correre anche lui come candidato sindaco con la sua squadra. I 5 Stelle, con la lista certificata, restano della loro idea e di certo non si ritireranno: 740 voti ottenuti alle Politiche del 4 marzo pesano, l’affermazione è stata grossa, anche se la lista, dove figurano tra i candidati addirittura due coniugi, appare debole.

“Io ho lanciato una provocazione a 360 gradi, ho fatto un ragionamento, non ha senso dividerci in 3 liste contro Giallella – spiega a l’Immediato Lamarucciola – è vero che il M5S ha avuto un grande consenso, ma nei Comuni vale altro, non valgono neppure le strette appartenenze partitiche, contano le famiglie che portano voti e oggi Giallella sarebbe fortemente avvantaggiato, con un’amministrazione in mano. Nel discorso che ho tentato di fare, ponevo delle pregiudiziali, i Monti Dauni devono aprire una negoziazione forte con la Regione, le strade non sono il nostro unico obiettivo: il problema non è fare i paesi belli, tutti i paesi dei Monti Dauni ormai sono stati riqualificati, il problema è lo spopolamento. Ho 4 figli e sono andati via tutti”. Lamarucciola cita il bando sulle Zes, tutte le risorse impegnate sulle strade, pure utile, sono sottratte a possibili incentivi. “Il Gal in questi anni  ha dato dei finanziamenti per la creazione di B&B che rimangono vuoti, occorrono politiche di marketing, ma purtroppo anche il discorso dell’Area Interna è diventato una riserva indiana. Le nostre aree al di là degli abitanti che le abitano possono essere un punto di forza, ma invece siamo diventati i paesi dei centri per gli anziani e per i diversabili, peccato però che non ci sono né gli uni né gli altri.  Da sindaco ottenni un finanziamento per un centro diurno per disabili, ma ad oggi ancora non parte, nel frattempo però hanno dato in carico un ulteriore finanziamento”. Il welfare si è tradotto spesso in edilizia delle politiche sociali, creando una economia relegata al bando. Contentini e parcelle per uffici tecnici.

Ci sono piccole iniziative imprenditoriali, per lo più capannoni di polli Amadori, ma il lavoro è limitato a quando vengono a prelevarli. Si tratta più di una rendita che di lavoro, nel raggio di pochi metri sorgono ben 12 capannoni, alcuni altri sono stati bloccati”. Secondo Lamarucciola le uniche carte che l’Appennino può ancora giocare sono da rintracciare nell’ambiente, nel turismo e nella cultura. “Non ho tutta questa grande voglia di candidarmi, ma se cedo pure io, non ci sarà più molto da dire a Pietra. Una lista di impatto per i nomi e per quel che potrebbero garantire in termine di fattibilità può forse ancora fare la differenza”, osserva.

In questi anni Pietramontecorvino ha perso molte iniziative che l’avevano resa un fulcro importante per l’estate dei giovani pugliesi. Dal folk alla settimana indentitaria per le celebrazioni di Sant’Alberto a metà maggio. Il Parco avventura di Pietra è poco più di una selva ormai. Anche il centro storico col suo castello non ha saputo attrarre turisti: la privatizzazione del Castel di Pietra tanto vituperata non ha portato neppure i matrimoni.

“Nella torre ci sono 3 volontarie che riescono a garantire l’apertura, ma non è mai stata affidata loro la gestione della struttura, ricevono bene gli ospiti, col centro storico riqualificato ci sono tantissime cose da fare, si potrebbe rimettere in piedi l’economia. Io fui tra i promotori della legge 44 con la Barbanente e la Godelli sui Borghi più belli d’Italia insieme al sindaco di Cisternino- conclude Lamarucciola- Va rivisto tutto, non credo più nella dimensione piccola, serve una nuova Area Vasta, non determinata dalla Regione ma autodeterminata”.