Nei giorni della Primavera del Fai e mentre in Camera di Commercio grandi intellettuali nel format Colloquia della Fondazione Monti Uniti dibattono sulle emozioni e l’educazione sentimentale dei nativi digitali, un gruppo di giovani capitanati dal video maker Fabrizio Jamie de Lillo continua la sua battaglia per salvare Masseria Pantano. Con drone al seguito e video dall’alto da caricare subito sui canali YouTube.
I ragazzi chiedono, anche con una petizione lanciata in rete, di ripristinare e rendere visibile ai cittadini quello che resta di un sito storico (1200-1250ca) di epoca Federiciana eretto dall’Imperatore Federico II di Svevia, per renderlo patrimonio della collettività e testimonianza dell’amore avuto da Federico II per la terra dauna ridotta oggi a un rudere.
“Le firme che verranno raccolte saranno poi inviate agli enti preposti per la salvaguardia di questo sito storico”, spiegano. A l’Immediato hanno raccontato quanto prodotto nella giornata di ieri con il drone. “Abbiamo realizzato dei fotomontaggi e dei video montaggi per far comprendere ciò che si vede nella Masseria e quello che dovrebbe essere fatto per salvarla. Per adesso siamo arrivati a 146 firme per Masseria Pantano e 110 per Masseria Giardino. Molti cittadini conoscono la situazione. Dobbiamo ancora partire con la sensibilizzazione di tipo informativo con banchetti per il centro e altri metodi di diffusione. La nostra idea è quella di parlare con i cittadini del quartiere per capire quale possa essere l’uso principale o la destinazione che loro vogliono per questa Masseria”. Quale può essere l’uso di un bene abbandonato al degrado, ormai immerso da palazzi che costituiscono quasi un “non luogo” e che ancora cresceranno su Via Gandhi nel Comparto 28?
La risposta dei ragazzi è schietta. “Noi vogliamo sentire soprattutto i cittadini, sono loro che dovranno decidere, le prime idee che ci vengono in mente sono un centro ricreativo o anche ludico, nel quale si potrebbero usare i campi circostanti, un’area molto vasta per svolgere delle attività all’aperto. bisogna parlare con i cittadini, la nostra volontà è di coinvolgerli, alla fine saranno loro ad usufruirne, è vicinissima al quartiere. C’è stata una urbanizzazione selvaggia”.