“Lo stato di agitazione dei dipendenti SIA e le dimissioni di Metta da presidente del Consorzio di Bacino FG4 sono le ultime battute di una storia purtroppo ampiamente prevista. Un fallimento dopo l’altro, con un solo evidente responsabile, Franco Metta, alla ricerca, come al solito di capri espiatori a cui scaricare la colpa del suo disastro”. Commenta così il consigliere comunale Tommaso Sgarro quanto sta avvenendo in queste ore in SIA e nelle città del Bacino FG4.
“Quello che sta succedendo è sotto gli occhi di tutti. Dipendenti SIA senza stipendio, città piena di rifiuti, impiantistica tolta a Cerignola, azienda praticamente fallita -incalza Sgarro-. Un asfissiante balletto di strategie in questi due anni e mezzo senza la volontà e la capacità di capire che si stava finendo dritti nel baratro. L’ottusità di chi, o è in malafede, o è incapace”.
“Conti sballati, scelte incomprensibili. Prima il No alla nuova discarica poi, all’apice della dissociazione, il cambio ormai tradivo di rotta sul VI lotto. Prima la nomina da direttore a Michele Centola, poi la sua rimozione, la nomina del Cda che nulla ha portato, anzi, ha aumentato il disastro -continua Sgarro-. Senza parlare del walzer dei numeri sulla TARI, dei soldi solo sulla carta e della debitoria di Cerignola verso SIA, che hanno costellato questa vicenda. Oggi si cerca di scaricare la responsabilità di quanto sta avendo sui sindaci della BAT. L’unica vera responsabilità di questi sindaci è di aver assecondato, anche troppo, le improvvide giravolte di Franco Metta. Se anche avessero oggi firmato i contratti di servizio, sarebbero stati sufficienti quei soldi per salvare la SIA? Questa è la vera domanda da porre, con una risposta purtroppo già nota: NO!”.
“Oggi Metta lascia, come un novello capitan Schettino, troppo tardi e con una azienda oramai esanime. Un’azienda che, come riportato dal dossier ARPA è diventata un’autentica bomba ecologica, con un ciclo dei rifiuti allo sbando. Metta -conclude Sgarro- in questi anni si è fatto ostruzionismo da solo, pensando che con la logica del più furbo si potesse risolvere una situazione tanto delicata. Si sbagliava e oggi le conseguenze la pagano lavoratori e cittadini”.