Era attesa per fine febbraio ma è slittata a dopo le elezioni, la decisione sullo scioglimento del Comune di Mattinata. Dopo sei mesi di lavoro della Commissione d’accesso agli atti, la relazione del prefetto di Foggia e l’analisi del Ministero dell’Interno, si attende solo il responso dal governo centrale. Se il consiglio comunale venisse sciolto per infiltrazioni criminali, Mattinata seguirebbe quanto già avvenuto a Monte Sant’Angelo, commissariato nell’estate del 2015. Si tratterebbe, in buona sostanza, del secondo caso in provincia di Foggia. La decisione finale passerà dunque per il nuovo consiglio dei ministri ancorché l’indirizzo politico pare chiaro. È solo una questione di carattere burocratico-amministrativo.
Sarebbero numerosi i riscontri emersi dall’indagine della Commissione composta da Daniela Lupo, viceprefetto, dal tenente colonnello Pierpaolo Mason, Comandante del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Foggia e dal capitano Francesco Salanitro, Comandante della 3^ Sezione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Bari.
Lottizzazioni, appalti, pressioni su amministratori, incroci pericolosi tra mondo della politica e quello della criminalità. Tanti gli aspetti approfonditi dalla Commissione (più volte raccontati da l’Immediato), riguardanti soprattutto gli anni della giunta guidata da Lucio Roberto Prencipe. Quella ormai uscente, invece (sindaco Michele Prencipe), avrebbe avuto più che altro la “colpa” di non aver inciso in maniera radicale a modifiche rispetto alla vecchia gestione.
Lo scioglimento del consiglio comunale rappresenterebbe una mazzata molto forte per la comunità mattinatese, da mesi al centro di numerosi fatti di cronaca che hanno destato l’attenzione anche della stampa nazionale. La mente va subito alla puntata di “Nemo” su Rai 2 dedicata proprio alla criminalità di Mattinata e del resto del Gargano. Infine, le operazioni degli ultimi giorni da parte delle forze dell’ordine che hanno concentrato le attenzioni soprattutto sul clan Romito e sul boss mattinatese, Antonio “Baffino” Quitadamo. Di certo i suoi progetti di fuga spettacolare dal carcere di Foggia, il controllo delle armi e l’idea di commettere un omicidio nel penitenziario non depongono a favore del territorio garganico, balzato alle cronache nazionali ormai da diversi mesi.