Il movimento politico di Socialismo Dauno, che ha per leader territoriali l’ex consigliere regionale Pino Lonigro e l’avvocato Giulio Scapato, ha deciso di restare nell’alleanza del Partito democratico per le prossime elezioni Politiche del 4 marzo, per “riconnettere al centrosinistra la comunità politica che si riconosce nel movimento”.
Il primo atto della rinnovata alleanza risiede nella scelta di sostenere i candidati nei collegi uninominali – Lia Azzarone, Michele Bordo, Rosario Cusmai, Elena Gentile e Massimo Russo – e la coalizione di centrosinistra.
“A partire dal 5 marzo si attiverà il confronto utile e necessario a condividere il percorso politico che condurrà alle elezioni amministrative di maggio e a quelle del prossimo anno, caratterizzate dal voto nella città capoluogo”, si legge in una nota.
La strategia
A l’Immediato Pino Lonigro ha spiegato la sua strategia. Il movimento ha inteso indirizzare i propri voti solo sui candidati all’uninominale, senza così scegliere nessuna lista al proporzionale. Né Insieme, il rassemblement che unisce Psi, Verdi e prodiani, né Civica Popolare. Né tantomeno +Europa di Emma Bonino. Il motivo appare tattico: i primi, secondo i sondaggi, potrebbero non superare l’1% e non riversare quindi i voti nel Pd. Consensi che andrebbero perduti.
“Abbiamo ritenuto in campagna elettorale, con una destra sempre più razzista e xenofoba e rispetto a promesse, che vanno oltre la dignità politica, di indicare una scelta di realtà, mica si può continuare a promettere la luna. Bisogna essere sinceri con l’elettorato e dire le cose come stanno”, osserva Lonigro alla nostra testata web.
Pensioni minime a 1000 euro, reddito di cittadinanza, bonus bebè allargati, reddito di dignità, FlatTax, pace fiscale, rottamazione totale delle cartelle, eliminazione della Legge Fornero, abolizione del tetto del contante, sforamento del 3%. Le promesse in queste settimane abbondano. E Silvio Berlusconi è tornato a firmare un nuovo contratto con gli italiani da Vespa ieri sera. “Mi devono dire dove sono le entrate- rileva l’ex consigliere regionale- non si capisce perché allora il Paese in questi anni per far fronte al debito pubblico, non ha rinnovato i contratti, ha avuto il blocco delle assunzioni, ha allungato l’età pensionabile, ha aumentato l’Iva. Tutto il Paese è stato chiamato a dei sacrifici, non mi sembra che la situazione sia oggi cambiata, c’è un inizio di crescita del Pil, pensare di tornare indietro e distribuire tutti questi denari, facendo lievitare la spesa pubblica, mi preoccupa. Sono promesse elettorali, servono invece fatti concreti. Serve serietà, non bufale. È vero pure il dipendente pubblico crede alla FlatTax, chi non vorrebbe l’aliquota al 23%, un dipendente pubblico si ritroverebbe con 7 punti in meno, a chi non farebbe piacere. Se riuscissimo a recuperare i 150 miliardi tra elusione e evasione, certo, aumenterebbero le entrate, ma il problema è quantificare quei soldi, le entrate vere. Serve correttezza con le persone”.
Una campagna difficile
Lonigro ammette che per il centrosinistra la situazione non sia facile, anche perché la legge elettorale non consente il voto disgiunto, che permetterebbe di votare il candidato ritenuto più idoneo e di mettere la croce nello stesso tempo sul proprio partito del cuore.
Tutti possono essere penalizzati da questo meccanismo perverso. Perché avete scelto di non assegnare il vostro voto ad Insieme? Temevate di perderlo? La risposta è secca. “Insieme è una lista elettorale, se fosse stata una lista del Psi, ci avremmo pensato, ma non è una proposta politica e noi non siamo iscritti a nessuna di quelle sigle. Noi voteremo solo i candidati del centrosinistra. Qualcuno dei nostri amici voterà anche al proporzionale, c’è qualcuno che voterà i radicali, altri Insieme, ma non è col voto nostro che supereranno il 3% o l’1%, noi siamo una goccia in mezzo al mare. Ci rifacciamo all’idea di Giuliano Pisapia, ossia ricomporre il centrosinistra”.
Il rimpianto per Campo Progressista
Il fallimento di quel tentativo di Pisapia appare oggi ancora più bruciante, non è così? Liberi e Uguali non vola nei sondaggi. “Liberi e Uguali è una alleanza elettorale- specifica Lonigro- Articolo1 e Sinistra Italiana dopo il voto politico si divideranno, tutte le componenti andranno per la loro strada. Il voto politico è l’unico voto che gli elettori non cedono alle sollecitazioni, i cittadini scelgono sulle convinzioni che ognuno si è fatto. Il voto politico è sempre una incognita, ai candidati, non essendoci il voto disgiunto, viene meno anche l’apporto personale”. Su chi scommetterebbe tra i vostri candidati? “Non faccio scommesse, quelli che vedo più vicini all’elezione sono Russo e Cusmai. Lia Azzarone ha delle competitrici più decise, sarà una sfida all’ultimo voto”.
In queste ore dovrebbe decidere anche il sangiovannese Gaetano Cusenza, indeciso tra Lia Azzarone e Michaela Di Donna. “Cusenza dovrebbe stare col centrosinistra, in Provincia sta in maggioranza. Ognuno si assume le responsabilità per l’oggi e per il domani, questo schieramento serve a capire l’aggregazione per il domani”.
In conclusione, dà un messaggio agli amici socialisti. “Non credo che arrivino all’1%, me lo auguro per loro. A leggere i sondaggi, non ce la faranno, ma è normale, a livello nazionale si sono appiattiti, non hanno avuto autonomia rispetto al Pd. Nencini in questi anni non ha lavorato a ricomporre i socialisti, avrebbe dovuto liberare il partito e affidarlo ad altri”.
Intanto la capolista al Senato di Insieme, la socialista Maria Emilia De Martinis, sta facendo sua la battaglia sui boschi, più di 1000 imprese certificate lavorano in un comparto, quello della forestazione, in crescita dell’8%. Parlerà di questi temi domani 16 febbraio a Castelluccio dei Sauri insieme a Luigi Iorio.