Il giorno dopo la rinuncia e l’annuncio del fallito tentativo di ricucire il centrosinistra, l’ex consigliere regionale Pino Lonigro, che col movimento Socialismo Dauno aveva seguito sin dall’inizio il Campo Progressista di Giuliano Pisapia, deve metabolizzare quello che è accaduto. “Non era previsto che Pisapia abbandonasse il Campo – dice con sincerità a l’Immediato – la riunione l’avevamo fatta mercoledì scorso, ci erano state spiegate alcune cose programmatiche. Sapevamo che l’approvazione dello Ius Soli sarebbe stata dirimente per verificare la sussistenza dell’alleanza”. L’ex sindaco di Milano, sfibrato dalla volontà di “Liberi e Uguali” di correre da soli, ha citato Bertold Brecht. “Chi combatte rischia di perdere, chi non combatte ha già perso”.
Pino Lonigro condivide questo pensiero: Campo progressista ha provato ad andare oltre le differenze e i rancori. In Puglia altre province avevano schierato anche alcuni parlamentari, come Gaetano Piepoli ex Scelta Civica e due ex Sel, Donatella Duranti e Toni Matarelli, a Foggia, Socialismo Dauno ha comunque un forte radicamento sul territorio.
Cosa farete ora? A quale percorso vi congiungerete? Lonigro è schietto. “Queste cose non si decidono a caldo. Noi siamo stati sempre per allargare il centrosinistra e il nostro accampamento resta il centrosinistra. Cerchiamo di capire cosa sta accadendo. Dovremo decidere insieme. Renzi ha avuto il grande pregio di far riesumare Berlusconi e tutti i personaggi che ruotano intorno al centrodestra. Nei territori le cose non cambiano, se andiamo nei Comuni dappertutto ci sono sindaci e politici che stanno da una vita sulla scena politica. Militanti che ruotano sempre intorno alle solite persone. Per carità tanti ruotano pure intorno a me, anch’io sono 20 anni che faccio politica. Ma servirebbe una proposta nuova”.
Crede che il M5S farà man bassa di voti? “Il problema è legato alla proposta politica, non solo alla propaganda. Dove prendono tutti i soldi che servono per realizzare le loro promesse?”. Una cosa è sicura secondo Lonigro: questo sarà un voto solo politico, non legato alle persone. “Gli elettori non cederanno per amicizia. E siccome non c’è la possibilità del voto disgiunto, il Pd avrà seri problemi, perché l’elettorato vive un anti-renzismo. Renzi è diventato antipatico a tutti. Pensava di tirarsi il centrodestra, invece si è inimicato la sinistra e ha perso anche il centro, con Alfano e tutti i moderati. Il Pd non ha capito sino in fondo gli effetti di questa legge elettorale: il partito più grande avrebbe dovuto essere generoso ed aprirsi. Ma oggi la scissione è ancora troppo calda”. Non ci sono neppure i tempi tecnici per provare a fare altro, per avviare Primarie del centrosinistra per la ricerca di un nuovo leader. “Il 15 di gennaio iniziano le procedure per le elezioni, ai primi di febbraio si consegnano le liste. Abbiamo solo 20 giorni utili. Pisapia ci ha provato a riunificare, con la speranza di farli ragionare”.
Nel breve, Socialismo Dauno dovrà riunirsi per fare “il punto della situazione”. “Non siamo per il “liberi tutti”, staremo insieme, per le nostre lotte di rappresentanza. Il nostro accampamento è il centrosinistra”. Lonigro è scettico sul civismo pugliese di Michele Emiliano. Non è quella la direzione. “Se nell’immaginario di tutti, il centrodestra vince le elezioni, una parte di quell’elettorato che si era accasato con Emiliano tornerà a casa, col richiamo della sirena. È complicato dire oggi se quell’esperienza avrà gambe. Per opportunismo tanti amministratori si erano spostati con il civismo per avere vantaggi amministrativi. Ma oggi potrebbero non avere le stesse ragioni. Attualmente il Pd ha 350 parlamentari uscenti, se gli andrà bene ne eleggerà 200. E a livello pugliese, gli spazi sono stretti, il 5 non entra nel 3”, conclude in modo tranchant.