“Moldaunia”, la regione alternativa mai realizzata che suscita sempre dibattiti in Capitanata, entra nel dizionario Treccani. Il primo riferimento è proprio nella ricerca del termine “Dàunia”. Il prestigioso istituto dell’enciclopedia italiana, spiega: “Il riconoscimento di una regione Daunia (parte settentrionale della Puglia con capoluogo Foggia) era stato già esaminato dall’Assemblea costituente italiana (1946-1948). Le novità introdotte nel 2001 dalla riforma del Titolo V della Costituzione, che stabilisce la soglia minima di un milione di abitanti per la creazione di nuove regioni, hanno determinato la riapertura di un dibattito tra i sostenitori della Daunia. Questi ultimi, infatti, hanno elaborato due soluzioni: eludere il vincolo associandosi a una regione già in essere (Molise), oppure aggregare oltre alle province molisane anche quella di Benevento; potrebbere essere adottato il neologismo Moldaunia (anche per assonanza con coronimi noti, come Moldavia). Queste ipotesi però contraddicono altre proposte neoregionali: Marca Adriatica, regione Sannio e regione dei Due Principati. Date le limitate competenze della Provincia rispetto alla Regione, un eventuale accorpamento nel 2012 non modificherebbe il rapporto della D. rispetto a Bari come capoluogo della Puglia”.
In ogni caso, nessuna proposta nata dal basso ha mai sortito esiti positivi. Anche perché servirebbe un referendum – sfiorato nel 2014 con l’assenso del consiglio provinciale -, proposto per l’ennesima volta ad ottobre scorso, poi rimandato a causa del concomitante referendum costituzionale, con buona pace del rappresentante del progetto Gennaro Amodeo. Le spinte “autonomistiche” contro “Bari matrigna”, alimentate dal “foggianesimo” riportato in auge da Giandiego Gatta durante la Giunta Vendola, sono sempre cadute nel vuoto. Eppure, qualcuno continua ancora a crederci. La citazione della Treccani potrebbe essere l’ennesima scintilla su un fuoco fatuo destinato a ridestare l’interesse – parziale e intermittente – a lasciare la California del Sud.