di IULA E PESANTE
Intossicato a 14 mesi dopo aver ingerito hashish. Il piccolo, figlio di una giovane coppia di Cerignola, venerdì scorso è stato trasportato d’urgenza agli Ospedali Riuniti di Foggia in stato precomatoso. Secondo la ricostruzione, il bambino era stato portato prima al “Tatarella”, dove hanno valutato la complessità del caso prima di indirizzarlo al Dea (Dipartimento di emergenza e accettazione) di secondo livello dove avrebbero potuto garantirgli un’assistenza migliore. “Non abbiamo perso tempo con trasferimenti nei reparti pediatrici – ha spiegato il medico della Rianimazione, Livio Tullo -, perché è giunto da noi in condizioni gravissime, soprattutto per lo stato neurologico che prelude al coma. Dopo le analisi che per prassi facciamo quando sospettiamo si tratti di fatti infettivi, abbiamo approfondito le indagini a 360 gradi. Da queste, è emersa una positività per thc (principio attivo della cannabis, NdR). Siamo rimasti sorpresi anche noi dagli esiti degli esami di laboratorio, per questo li abbiamo ripetuti per ben 3 volte. In tutti i casi sono emersi gli stessi valori: la soglia dei 50 è stata superata di moltissimo, attestandosi sui 400″.

Per la grave insufficienza respiratoria, è stato necessario intubare il piccolo paziente e ventilarlo meccanicamente. “Il caso era molto complicato – ammette ancora Tullo -, per via della crisi in due funzioni vitali, quella neurologica e respiratoria. Un ritardo d’intervento avrebbe fatto precipitare la situazione, mettendo seriamente in pericolo la vita del bambino. Peraltro, in ospedale ci arrivano diversi casi di intossicazione, ma non accade quasi mai che ci si trovi dinanzi ad una intossicazione da stupefacenti”. I sanitari hanno allertato immediatamente i carabinieri del comando provinciale di Foggia, i quali stanno svolgendo le indagini per valutare le eventuali responsabilità dei genitori, entrambi incensurati. Questi ultimi avrebbero riferito di non aver fatto uso di stupefacenti nell’abitazione dove sarebbe accaduto il fatto. Tra le ipotesi iniziali degli inquirenti c’è quella di uno spinello finito nelle mani sbagliate.
Per fortuna, la storia è a lieto fine. Il bambino è fuori pericolo ed è stato trasferito nel reparto di Pediatria. “Ora sta bene – conclude il medico della Riabilitazione -, lo abbiamo deconnesso dalle macchine che supportano il respiro dopo il recupero delle funzioni vitali a seguito del percorso terapeutico di detossificazione. Nel reparto pediatrico bisognerà arrivare ad una diagnostica più fine sui possibili effetti di lungo termine”.
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