Calvo e Mundi, il ‘duo monnezza’. L’intercettazione: “A quello gli spezzo le cosce”

Mundi e Calvo (foto Facebook)

Corruzione, parola chiave nei traffici illeciti di rifiuti dalla Campania alla provincia di Foggia. Nelle 600 pagine dell’ordinanza di “In Daunia venenum”, i pm della DDA hanno ricostruito i legami tra politici, imprenditori e un dirigente Arpa. Tutti incastrati da testimonianze e intercettazioni.

Secondo i giudici sarebbe emersa “una solida piattaforma indiziaria in relazione al contestato accordo correttivo tra Fabrizio Mundi e Remo Bonacera (titolare e rappresentante legale della Lufa srl) da un lato e Domenico Gramegna (dirigente Arpa) dall’altro, per mezzo dei politici Primiano Calvo, ex vicesindaco di San Severo poi esponente di Noi con Salvini, Antonio Comitangelo e Paolo Antonio Del Prete, entrambi barlettani, già amministratori comunali”. 

Ancora Mundi in compagnia di Calvo (foto Facebook)

Mundi, per evitare problemi con le ispezioni Arpa, decise di attivarsi attraverso il suo amico Primiano Calvo (su Facebook appaiono insieme a numerose serate mondane, ndr) che avrebbe cercato di trovare “l’aggancio” giusto presso l’Arpa per “addomesticare” l’esito finale del controllo. È acclarato il versamento della somma di 5mila euro, subito dopo l’ispezione dell’Arpa del 15 maggio 2014, da parte di Mundi, per il tramite di Bonacera, nelle mani di Primiano Calvo.

Antonio Comitangelo

Ma nonostante il dirigente Arpa “ammorbidito”, Mundi non fu affatto contento. L’imprenditore si aspettava un esito ancora più favorevole come conseguenza della somma pagata. Tanto che cercò di contattare Antonio Comitangelo e non riuscendoci telefonò a Calvo sfogandosi così: “Quel pezzo di merda dell’amico tuo di Barletta, digli che mi devono dare i soldi indietro sennò succede veramente casino! Digli che sto incazzato nero. Digli che Fabrizio ha detto che non vi vuole nemmeno vedere di passare per San Severo. Che se passa spezzo le gambe a tutti e due. Digli solo questo. Diglielo tu, sennò io gli spezzo le cosce. Dovevano chiudere in maniera buona e là assolutamente non è”.

Calvo, intermediario coi “barlettani” Comitangelo e Del Prete, veniva messo costantemente al corrente dell’evoluzione della vicenda tanto che, al fine di difendere l’operato dei suoi conoscenti, minimizzò spiegando che volutamente la relazione “non sarebbe stata mandata a degli organi che avrebbero creato delle difficoltà. Loro la volevano far morire là sta cosa. Hanno scritto solo a Provincia e Comune, altri no”. Altri come ad esempio la Procura, tenuta all’oscuro della relazione dell’Arpa.

Infatti, grazie al fattivo interessamento di Comitangelo e Del Prete e all’apporto del dirigente Arpa, Gramegna, fu omessa la trasmissione dell’esito della relazione tecnica relativa al controllo del 15 maggio 2014, riportante diverse criticità di natura penale, alla Procura della Repubblica competente. I “barlettani” per portare a termine l’operazione corruttiva ricevettero da Mundi, per il tramite di Bonacera e Calvo, la somma di 5.000 euro con provvista attinta dal conto corrente intestato alla Lufa Service. Alla fine anche Mundi, dopo aver sbraitato, si rese conto di averla passata liscia.