
Giove a Pompei, l’operetta musicata da Umberto Giordano e Alberto Franchetti, è tornata a teatro e nella casa dedicata al maestro e compositore foggiano, dopo 96 anni dall’ultima rappresentazione. Lo spettacolo, andato in scena ieri sera, al Teatro Umberto Giordano, è stata una prima nazionale in chiave moderna, con un nuovo allestimento, voluto fortemente dal direttore artistico, Dino De Palma. La commedia musicale divisa in tre atti è stata diretta dalla direttrice d’orchestra Gianna Fratta, con la regia del professore dell’Accademia delle Belle Arti di Foggia, Cristian Biasci. Ad accompagnare musica e cori pompeiani l’orchestra del Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia e il Coro Lirico Pugliese diretto da Agostino Ruscillo.
Il lavoro di composizione dell’operetta iniziò nel 1899, con Luigi Illica per passare poi, ad Ettore Romagnoli (autori del libretto, ndr). Entrambi gli autori però, consideravano l’opera sui generis, in un certo senso estranea al resto della loro produzione (entrambi continuarono a creare per proprio conto, indipendentemente dalla loro collaborazione) e aspettavano un’offerta vantaggiosa per allestirla. Nel maggio del 1907 fu firmato il contratto con Casa Ricordi, lì dove intorno agli anni Venti, le parti musicali andarono perdute a causa di un incendio.
La vicenda rievoca in chiave ironico-satirica la distruzione di Pompei per volere degli dei, indignati dal fatto che i pompeiani, in mancanza di reperti archeologici, abbiano osato seppellire i simulacri divini per poi fingere di rinvenirli nella lava. Dopo alcuni tentativi fatti per salvare la città, Giove ne ordina ugualmente la distruzione, ma concede che la popolazione abbia il tempo di salvarsi. L’eruzione del Vulcano è però talmente affascinante che tutti restano a guardare, senza curarsi del pericolo.
Alle 21, quando il sipario del Teatro si apre, i pompeiani, riuniti ai piedi del Vesuvio si preparano all’arrivo del Faraone XIII, imperatore egizio, che desiderava visitare Pompei e assistere personalmente ad uno scavo archeologico. Nel cast vocale: Sergio Vitale (Giove), Daniela Brura (Lalage), Aldo Caputo (Aribobolo), Matteo D’Apolito (Parvolo Patacca), Angela Bonfitto (Calpurnia), Francesco Pittari (Marcus Pipa), Italo Proferisce (Aricia). Le terme e il tempio, fanno da cornice alla seconda frazione della rappresentazione, per poi concludersi nell’atto terzo, quando la scena è occupata dal cratere in cui si vedono tuoni, lampi e nubi ardenti, provocati dall’eruzione del Vesuvio. E tutti incuranti del pericolo, ammirano lo spettacolo prodigioso. Le scene sono curate da Francesco Gorgoglione, curatore dell’Accademia delle Belle Arti di Foggia. Ai costumi Diego Pecorella della Sartoria Shangri-la di Foggia. Effetti speciali e proiezioni in 3D a cura di Raffaele Fiorella.
L’evento celebrativo in occasione del 150° anniversario dalla nascita di Umberto Giordano è stato voluto fortemente dal Comune di Foggia e dall’intero comitato tecnico-scientifico in collaborazione con il MiBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Un lavoro di squadra che ha unito le forze dell’Assessorato alla Cultura, Università, Fondazioni e Teatro Pubblico Pugliese. Domenica 7 maggio, si replica alle ore 19:30.