

Sgominato un intenso traffico di droga tra Cerignola, Napoli e Potenza. Questo l’esito di un’imponente operazione condotta dalla squadra mobile potentina assieme ai finanzieri del Gico. Ecco allora “Double Force”, nome dell’inchiesta che ha portato a 11 arresti, 54 indagati e 28 denunciati per favoreggiamento grazie al lavoro coordinato dalla DDA. Eseguite 16 misure cautelari personali, tra gli altri, a carico del 34enne Rocco Santarsiero ed il 33enne Claudio Cioffredi, ritenuti mente dell’associazione a delinquere e finiti in carcere insieme a Giovanni Sciusco, Roberto Tarantino e Raffaele Cassano, tutti di Cerignola. Proprio il territorio foggiano aveva instaurato una sorta di osmosi con il capoluogo lucano, da dove cocaina, eroina e hashish provenienti da Napoli venivano distribuiti anche nei vicini centri di Melfi, Avigliano, Tito e Picerno. Qui sono finiti ai domiciliari Alessandro Sambataro, Mirco Nucito, Giovanni Antonio Cerverizzo, Daniele Caporaso, Antonio D’Aversa e Lucia Barile. Obbligo di firma per altri cinque. L’attività investigativa, illustrata in Procura stamattina a Potenza, si è avvalsa di appostamenti, intercettazioni e sequestri – oltre alla droga anche di un’arma. “Una serie di attività complesse” – ha sottolineato il procuratore potentino, Gay – coordinate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno anche con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata e unità cinofile della Guardia di Finanza. Mai così importante per dare un segnale nel contrasto alla droga.
L’indagine, condotta tra il 2014 e 2015 con il coordinamento della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno, ha consentito di delineare un quadro indiziario di indubbia gravità in relazione all’operatività nella provincia potentina di una compagine associativa, avente anche la disponibilità di armi, finalizzata alla consumazione di un numero indeterminato di delitti in materia di droga. Si è aperto uno scenario molto ampio, costituito da ramificati traffici di sostanze stupefacenti riconducibili a due gruppi criminali operanti a Potenza e Cerignola, uniti da intrecciati meccanismi di fornitura e di approvvigionamento.
Le ipotesi di reato contestate risultano in totale 349, per altrettanti episodi di vendita, acquisto o cessione di droghe, a cui si aggiungono episodi legati ad estorsioni finalizzate al recupero di crediti ed armi.
La base operativa nella quale i destinatari di misura cautelare si incontravano per discutere e preparare la commissione dei vari reati aveva sede a Potenza. L’intero gruppo poggiava su un sistema ben congegnato di controllo del territorio. Anche nella programmazione dei viaggi verso Cerignola, oltre che porre particolare attenzione e cautela nell’uso e nella scelta del mezzo di trasporto da impiegare, privilegiando autovetture di soggetti non associati per non destare l’attenzione delle forze di polizia, ricorrevano ad un sistema di staffetta e si organizzava un servizio di vedette in occasione del rientro a Potenza per segnalare subito l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.
Numerosi viaggi anche verso la Campania, effettuati principalmente dai capi dell’associazione che si recavano nel Rione Traiano di Napoli, quartiere Soccavo, per incontrarsi con alcuni membri di una nota famiglia locale. Nel corso dell’attività sono stati individuati più di 180 acquirenti, una buona parte dei quali ha riferito in ordine ad altri numerosi episodi di gestione che hanno così ulteriormente alimentato le ipotesi contestate.