Se le faggete vetuste della Foresta Umbra diventeranno patrimonio naturale dell’Umanità lo si saprà nei primi mesi del 2017, ma molto dipenderà dalla visita che l’ispettrice cinese Lu Zhi, inviata dall’ IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), ha effettuato nei giorni scorsi nelle due riserve (Falascone e Umbra) candidate all’ambizioso riconoscimento. La visita delle Faggete è servita per valutare con mano l’integrità ecologica e strutturale delle aree candidate ad entrare nella rete europea delle foreste vetuste di faggio della quale fanno già parte le faggete della Slovacchia, dell’Ucraina e della Germania e alla quale ambiscono 10 siti italiani dei 67 europei candidati.
Lu Zhi, biologa dell’Università di Pechino, ha compiuto studi sulla conservazione del Panda ed attualmente è impegnata in Tibet in un progetto di conservazione dei carnivori rari (leopardo delle nevi, orso e lince). Ad accompagnarla nei siti della Foresta Umbra un gruppo di lavoro formato da Giunluca Piovesan e Alfredo Di Filippo dell’Università della Tuscia di Viterbo (DAFNE) che sta seguendo tutti i siti italiani candidati e da Carmelo Gentile, referente del Parco Nazionale d’Abruzzo, capofila del progetto per l’Italia. Il gruppo è stato supportato dallo staff del Parco nazionale del Gargano e da quello dell’Ufficio territoriale per la biodiversità (UTB) del Corpo forestale dello Stato che gestisce la riserva.
“Le faggete della Foresta Umbra – ha dichiarato Alfredo Di Filippo – sono uniche in Europa per il loro aspetto maestoso e l’elevata biodiversità, grazie all’elevatissimo grado di conservazione di questi siti rifugiali in ambiente Mediterraneo. Qui il faggio riesce a raggiungere 350 anni di età (a quote simili difficilmente raggiunge i 250) ed un’altezza di 45 metri (solitamente la statura non supera i 35). La riserva di Falascone, inoltre, costituisce un rarissimo esempio di faggeta mista, in cui un’altissima varietà di specie arboree dalle dimensioni eccezionali (aceri, tigli, carpini, agrifogli e soprattutto tassi), la rendono unica nel suo genere”.
Alla visita naturalistica è seguito un confronto con i Comuni che ricadono nel patrimonio forestale e gli attori del territorio ( Federalberghi, operatori turistici, tecnici dell’Arif (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali), speleologi ed associazioni legate al mondo dell’escursionismo e dell’educazione ambientale,) che hanno risposto alle domande poste dall’ispettrice circa la storia, i rapporti con la comunità e gli effetti che questo riconoscimento potrebbe avere in termini turistico-economici.
“Abbiamo deciso di candidare le Faggete della Foresta Umbra – spiega il Presidente del Parco nazionale del Gargano Stefano Pecorella– perché crediamo fortemente nel loro valore naturalistico e perché rappresentano uno dei simboli del nostro Parco al quale l’intera comunità è profondamente legata. La visita dell’ispettrice ci ha fatto enormemente piacere perché dimostra come il percorso di candidatura stia facendo passi in avanti. Ora non resta che attendere i risultati che ci auguriamo possano regalare al nostro Gargano il secondo riconoscimento Unesco dopo quello del Santuario di Monte Sant’Angelo”. Il prossimo step prevede la stesura di un report che terrà conto di quanto visto e sentito e che sarà poi sottoposto ad un’apposita commissione UNESCO alla quale toccherà esprimersi nei primi mesi del 2017.