“Ragioni di salute”. Canio Buonavoglia vorrebbe tagliare corto sulle ragioni che lo hanno spinto a formalizzare le dimissioni da direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata. Ammette a l’Immediato che “da un po’ era stata formulata la richiesta”, prima di precisare di non voler aggiungere nient’altro. Tuttavia, lettera recapitata in questi giorni ai dipendenti, nella quale sono riportate le “motivazioni ufficiali” ed il ringraziamento per l’operato, non ha convinto nessuno. Da molto tempo, infatti, in via Manfredonia c’è stato un vero e proprio tiremmolla. La decisione, stando a fonti ben informate, sarebbe prettamente politica e tira in ballo le volontà del governatore Michele Emiliano.
Sì perché il prof barese classe ’53 è arrivato a Foggia grazie all’ex governatore Nichi Vendola, per far ripartire un istituto bloccato per vent’anni nelle sabbie mobili di un consiglio di amministrazione mai mutato. A Buonavoglia vennero assegnati 6 obiettivi: introduzione di criteri di efficienza ed efficacia nell’uso delle risorse finanziarie e strumentali dell’Istituto attraverso le seguenti azioni specifiche; ricognizione patrimoniale dei beni mobili ed immobili di proprietà dell’Istituto; controllo di tutti i contratti di locazione attivi attualmente in corso; riduzione-azzeramento del ricorso all’outsourcing per lo svolgimento di attività amministrative di competenza dell’Istituto; utilizzo del sistema di contabilità analitica per centri di costo e di responsabilità, che consenta analisi comparative di costi, rendimenti e risultati; redazione del Bilancio Sociale dell’Istituto ed orientamento costante dell’attività dello stesso al principio dell’accountability. A sostenerlo sin dalla prima ora, l’allora assessore alle Politiche della salute e Welfare (ora europarlamentare), Elena Gentile. “Non so ancora quali siano le ragioni della decisione – spiega -, ma bisognerebbe capire cosa c’è sotto”. Certo, non può passare inosservata la battaglia all’ultimo sangue tra il pediatra cerignolano e l’ex sindaco di Bari per la segreteria regionale.
Nessuno osa sbilanciarsi, per il momento. Il presidente, Agostino Sevi, direttore di Agraria all’Unifg, non vuole dichiarare nulla. Sullo sfondo, una delle fasi più delicate per l’istituto, con l’annunciato piano per le assunzioni da deliberare nel Cda e la difficoltà di recuperare le risorse necessarie per la “rivoluzione” per il momento soltanto annunciata.