Sistema mafioso negli appalti, il consiglio comunale dice no alla Stazione Unica. Urla e scontri in aula

“La minoranza ha perso una buona occasione di fare la sua parte, in modo costruttivo, per la legalità. C’è bisogno di maggiore trasparenza e sottoscrivere un protocollo con la Prefettura è un passo in avanti. Abbiamo anche attivato strumenti al Comune per cui con un particolare software i dipendenti possono segnalare “anomalie”. Pasquale Cataneo, consigliere di maggioranza, commenta il contrastato passaggio di oggi in consiglio comunale a Foggia.

La Stazione Unica Appaltante è arrivata in aula con una mozione presentata dall’opposizione, più o meno tre mesi fa. In consiglio è stata emendata con i voti della sola maggioranza. A questo punto il consigliere Bruno Longo ha chiesto una “sospensiva” per redigere un documento comune ma a quel tavolo i consiglieri della mozione originaria non si sono presentati e hanno votato contro la sospensiva dato che non “serviva più”. Assente in aula il gruppo del Pd che di questa mozione e di quella “Ercolano” era stato il promotore.

Lo scontro si è consumato sul perché “snaturare” la richiesta originaria, l’adesione alla SUA presso la Provincia di Foggia come con deliberazione del consiglio provinciale del febbraio 2013. La minoranza, a quanto pare, ha chiesto un ulteriore tavolo di confronto politico fuori dai banchi consiliari, per ridiscutere dell’operazione. Avrebbe voluto che questo fosse il percorso prima che i numeri in aula bocciassero la proposta.

Nel documento finale si legge: “Il sindaco e l’amministrazione comunale si impegnano a promuovere con la Prefettura di Foggia – ufficio territoriale del governo – la sottoscrizione di un protocollo di intesa per la tutela della legalità negli appalti ai fini della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata”.

Da come si sono messe le cose, se l’organo garante è la Prefettura, politicamente la maggioranza esce dall’atteso confronto con qualche voce in più, “noi vogliamo la Sua loro no perché hanno votato contro la loro stessa mozione”, ma è stata la minoranza a chiedere di portarla in aula e da mesi si batte perché questo strumento, già in uso ad altri Comuni più piccoli, sia utilizzato anche dal capoluogo, qualora lo decidesse.

Insomma una prova di forza in cui l’altro dato ad emergere è che l’ente di corso Garibaldi – nella stesura definitiva del protocollo di intesa cita il presidente Cantone in una dichiarazione di giugno scorso, “con la Sua i tempi si sono paradossalmente allungati”-  non intende spogliarsi delle sue prerogative operative, né affidarsi ad altre tecnostrutture, né tantomeno abbracciare ad occhi chiusi una proposta della minoranza fra l’altro caldeggiata da un suo ex componente, Giuseppe Mainiero di Fratelli d’Italia.

La discussione dell’accapo è durata circa tre ore, fra urla per chi dovesse prendere la parola e in base a quali tempi, moniti del presidente Miranda su Foggia città capoluogo e sulla sua importanza nel contesto dei comuni del sud.