Con un ritardo importante rispetto all’emanazione della normativa europea che prevede per i dipendenti della sanità minimo 11 ore di riposo quotidiano, e massimo 48 ore di lavoro settimanale (straordinari compresi), l’Asl Foggia si trova a dover affrontare un nuovo problema. Entro il 25 novembre la sanità di Capitanata, come ha riferito il direttore generale Vito Piazzolla ai consiglieri regionali cinque stelle Rosa Barone e Marco Galante, dovrà evitare di andare definitivamente in default. L’adeguamento alla norma, così come pure l’impossibilità paventata di realizzarlo, manderanno in ogni caso in tilt il sistema con il rischio di chiusura degli ospedali. A rispondere alle parole del dg, il presidente di Confindustria Sanità, Paolo Telesforo: “Piuttosto che limitarsi a paventare chiusure con conseguenze disastrose per il bisogno di sanità e di lavoro della Capitanata – ha affermato – sarebbe più opportuno organizzare un tavolo di concertazione, veloce, immediato, con le strutture accreditate che annuncio, sin da ora, disponibili a farsi carico, ciascuno secondo le proprie possibilità, del bisogno di sanità che resterebbe insoddisfatto dopo l’adeguamento alla normativa europea. La sanità privata accreditata è una risorsa che non viene adeguatamente valorizzata ed utilizzata. Una maggiore attività sinergica metterebbe fine anche all’idea di contrapposizione pubblico e privato, due pesi che debbono vivere in perfetto equilibrio per offrire al territorio soluzioni economicamente sostenibili, efficienti ed efficaci. Sfruttando il potenziale, la competenza ma anche l’economicità delle strutture private accreditate, si potrebbero mettere sul tavolo risposte concrete al pressante e urgente bisogno di Sanità in Capitanata; risposte che verranno invece meno con la nuova riforma dei turni atteso che, come è noto, L’Asl non è in condizione di assumere nuovo personale per via del Piano Operativo che non è nient’altro che la prosecuzione del Piano di Rientro”.
L’imprenditore della sanità privata foggiana, nel confermare la piena disponibilità delle strutture private accreditate ad assorbire entro i propri limiti fisici i bisogni di sanità che il pubblico non potrà soddisfare, ribadisce la “necessità di rivedere radicalmente la politica sanitaria locale che, ancor oggi, consente all’Asl di firmare un assegno di oltre 65 milioni di euro l’anno alle strutture pubbliche e private di altre Regioni contribuendo al risanamento dei loro bilanci indebitando il proprio”. “Come se non bastasse – conclude Telesforo – questa massiccia mobilità passiva extraregionale da un lato crea disservizi ai cittadini, e dall’altro, sottraendo risorse, inibisce all’Asl stessa di rispondere in maniera adeguata alla richiesta di sanità della Provincia di Foggia oggi più di ieri proprio per questa ennesima stangata che l’Europa ci ha riservato in un momento di profonda crisi di risorse e servizi”.