Caso mensa scolastica a Cerignola, i genitori scrivono al sindaco Franco Metta. “Il terrore delle zone inquinate e delle cattive condizioni in cui lavora la Ladisa – affermano nella missiva – sono state portate alla luce e divulgate dal suo stesso movimento politico fino a poco prima delle elezioni e parte centrale del suo programma elettorale.
Molti di noi hanno riposto la loro fiducia in Lei, sindaco Franco Metta, proprio per il suo impegno su questo tema che sembra aver dimenticato ritornando sui suoi passi e riproponendoci la società “Ladisa” a gestire in proroga, la stessa mensa da Lei denigrata pubblicamente più volte e in diverse occasioni.
Inoltre – aggiungono -, dalle recenti risultanze sul monitoraggio dell’aria, emerge che ci sono stati ben otto sforamenti della soglia riguardante il PM10; mentre nulla di ufficiale è stato detto anche attraverso controlli che avrebbe potuto operare Arpa riguardo la provenienza e la sanità dell’acqua utilizzata per la cottura dei pasti in zona industriale. A riguardo vorremmo vedere rese pubbliche le autorizzazioni sanitarie rilasciate a “Ladisa” in zona industriale”.
E ancora: “Riteniamo che avrebbe potuto accelerare e portare al primo consiglio la deliberazione della stazione unica appaltante per poter procedere al bando di gara europea per l’affidamento del servizio mensa; dal momento che è stato “il suo cavallo di battaglia” la questione “Ladisa”, non tanto perché cucinasse in zona industriale (vicino Ecocapitanata e Ecolav) ma in quanto, la “Ladisa” (sue testuali parole) cucinava “merda” ed i proprietari erano persone “potenti”.
Inoltre Teresa Lapicirella, consigliera della Sua maggioranza, diceva che la Ladisa non avrebbe dovuto operare in zona industriale in forza di una normativa europea e sottolineando il fatto che la Ladisa cucinava i pasti vicino all’inceneritore (Ecocapitanata) a ad un’impianto (Ecolav) che tratta “termicamente” rifiuti sanitari pericolosi e ad alto rischio infettivo.
Che senso ha avuto procedere con il “ricorso al Tar” contro l’AIA concessa ad Ecolav se poi proroga il servizio alla Ladisa che cucina accanto ad Ecolav? Le ricordiamo che il ricorso viene pagato con soldi pubblici, soldi di cui noi cittadini che non vanno sprecati nella maniera più assoluta. Per tutto quanto suddetto, per il bene dei bambini e la tranquillità dei cittadini tutti si chiede: la sospensione del servizio mensa fino all’aggiudicazione del nuovo bando”.