Il Pd del dopo Emiliano – che a San Severo è stato assessore ed ha lanciato la lista a suo nome alle regionali – si riconcilia con il sindaco Francesco Miglio e lancia messaggi chiari per un maggior coinvolgimento nell’amministrazione guidata da una civica ‘Bene Comune’.
Ma il coordinamento cittadino continua ad essere diviso nonostante si sia proceduto a dargli un nuovo assetto. La ratifica dei nuovi componenti viene annunciata da due comunicati distinti. Matteo Ianzano, che con Dino Marino fa parte dell’area che aveva proposto un documento unitario “non accettato”, fa presente che solo la metà dei 48 componenti aderisce al nuovo corso mentre l’altra parte ragiona in modo diverso: su 35 presenti, 26 hanno votato e gli altri si sono astenuti.
Il Pd, in uno dei centri più grandi della provincia, 500 iscritti più un bacino dell’alto tavoliere che può arrivare almeno a 2500 militanti, non ci sta ad essere marginalizzato rispetto alle dinamiche della Capitanata e in vista dei due congressi, provinciale e regionale, che si dovrebbero svolgere entro marzo.
La “svolta” della civica
Questo è uno dei motivi che ha favorito la ripresa di un’attività politica (struttura del coordinamento, forum tematici, interlocuzione coi propri rappresentanti consiliari) bloccata dalle faide interne – compreso ricorso a Tar contro l’elezione di Miglio sindaco da parte di Dino Marino (Pd) – e la discussione sull’opportunità di entrare a far parte della maggioranza. Con un precedente non da poco: Emiliano del Pd assessore di una civica che, dopo il suo approdo al governo della Puglia, chiede la stessa visibilità e, possibilmente, un suo rappresentante in giunta, nel caso decidesse di farne parte.
Da giugno dell’anno scorso i tre consiglieri comunali del partito di Renzi appoggiano la maggioranza di Miglio oltre le divisioni interne al coordinamento cittadino. Lo stesso sindaco sarebbe intenzionato a saldare il “civismo” delle liste, che ha permeato di sé la primavera di Tutolo a Lucera e quella di Metta a Cerignola, perché a San Severo l’esperienza potrebbe essere al capolinea.
L’idea del ritorno al Pd l’ha espressa il sindaco stesso e ne discute il partito con alcune clausole. Oltre all’assessorato, il passo prevede un cambio di linea, una maggioranza inglobata nel partito che sul centro commerciale, sull’impianto di compostaggio privato, sulla pianificazione strategica della città – tutte questioni che suscitano proteste e dibattito in consiglio e fuori – si consulti prima con il partito e poi deliberi.
Il guado del sindaco
Per i big delle civiche, in primis per Luigi Damone, non è una svolta scontata. La sua candidatura, bocciata alla Regione nella lista Emiliano e promossa a pieni voti in città con un volto apartitico, lascia molti dubbi sulla possibilità di trasferire altrove quelle preferenze e di rifondare, su altre basi, una leadership. Il mantenimento dello status quo, tuttavia, non si sintonizza con l’idea di Miglio, sostenuto dal Pd nell’elezione a presidente della Provincia, di passare il guado. Il tema del futuro delle civiche si è posto dopo le regionali e ancor più forte si pone oggi, nel caso le regole per le primarie prevedano l’esclusiva per gli iscritti.
Le truppe si sono messe in moto, chiaro che il nucleo di San Severo deve decidere se cambiare sigla prima di marzo. Gli esponenti del partito locale reclamano un proprio nome a coordinatore provinciale criticando la rosa, ufficiosa, conosciuta da alcune indiscrezioni prima dello slittamento del congresso. Includeva Tommaso Pasqua, per esempio, attingendo all’alto tavoliere, Apricena, senza consultare nessuno.
Il punto è anche un altro. Oltre San Severo, il terreno del Pd risulta alquanto impervio. Manfredonia e la sua classe dirigente si considera sempre più depositaria del renzismo, “sono loro i guardiani di Renzi”, si dice in ambienti vicini al partito anche solo per aver colto, politicamente, le relazioni fra San Severo e il governatore “ribelle”. Cerignola con Elena Gentile ha già avanzato ipotesi di candidature dritte al congresso regionale in alleanza o meno con Foggia che pure ha le sue ambizioni nel comitato di reggenza.
Se Miglio e Damone non osano restano isolati, ma il sindaco senza il supporto del suo alleato può rischiare di perdere la maggioranza a Palazzo Celestini. Il coordinamento cittadino ha escluso “qualunque alchimia politica o tentazione populista che guardi a maggioranze trasversali, il Pd è centrosinistra ed in tale ottica deve organizzare la sua strategia”.