“Sono state vanificate speranze e progetti di vita di intere famiglie. La situazione della Manfredonia Vetro mi addolora moltissimo”. Con queste parole, il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano ha commentato la situazione di assoluta difficoltà di decine di lavoratori. “Questa azienda ha tutte le carte in regola per continuare a produrre – ha aggiunto -. Noi non molleremo la battaglia. Questa fabbrica ha possibilità di mercato e di produrre reddito senza perdite di denaro. Con serenità ma anche con grande determinazione, noi andremo avanti”. L’ex sindaco di Bari lascia trasparire un certo ottimismo all’uscita dai cancelli dell’azienda dove stamattina ha fatto visita. Tour all’interno della struttura, poi l’incontro con la politica locale. C’erano davvero tutti: il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi, il vicesindaco Salvatore Zingariello, il deputato Michele Bordo, l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, il consigliere regionale Paolo Campo, il vicepresidente della Provincia di Foggia Rosario Cusmai e l’ex consigliere regionale Franco Ognissanti.
Tanti i lavoratori presenti, ancora con il fiato sospeso e ormai aggrappati ad una sola speranza, l’arrivo di qualche investitore pronto a rilevare la Manfredonia Vetro e che garantisca un futuro alle famiglie. Fuori ai cancelli ci sono anche mogli e figli, esasperati dopo mesi di manifestazioni e proteste: “Anche il Sud è in Italia – ci dicono -, non è giusto che dobbiamo essere noi a pagare per le scelte scellerate di alcuni imprenditori del Nord (il gruppo Sangalli, ndr)”. Emiliano ha risposto presente all’invito dei lavoratori, presenziando prima in fabbrica, poi nel Comune di Manfredonia. È l’ennesima tappa di un lungo cammino, fatto di manifestazioni in piazza e viaggi al Ministero a Roma. Lo stesso Emiliano ha presenziato ad alcuni incontri quando non era ancora presidente regionale. Ma l’unico risultato raggiunto finora è stato quello di riconoscere ai circa duecento dipendenti la cassa integrazione per dodici mesi. Prospettive? Zero. Oggi la fabbrica è sotto il controllo di commissari liquidatori nominati dal Tribunale di Treviso (il Veneto è la regione della famiglia Sangalli, ndr). Di recente è giunta richiesta dei commissari liquidatori di vendere il prodotto finito stoccato nei magazzini dello stabilimento di Manfredonia: un tesoretto del valore di alcuni milioni di euro che i dipendenti sono intenzionati a difendere strenuamente ad oltranza.
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